Viaggio intorno alla mia camera/Capitolo III
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Traduzione dal francese di Giuseppe Montani (1824)
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CAPITOLO III.
Quante persone curiose ci sono al mondo! — Si vorrebbe sapere, io credo, perchè il mio viaggio intorno alla mia camera, abbia durato quarantadue giorni invece di quarantatre, o altro spazio qualunque di tempo. Ma come spiegarlo al lettore, poiché lo ignoro io medesimo? tutto quello ch’io posso assicurare, si è che se il libro, secondo lui, è troppo lungo, non fu in mio arbitrio il farlo più breve. Vanità di viaggiatore a parte, io mi sarei contentato di un capitolo. Stava, gli è vero, nella mia camera con tutto il piacere e il comodo possibile; ma, oimè, io non era padrone di uscirne a mia volontà. Credo anzi che, senza la mediazione d’alcuni uomini potenti, che s’interessarono alla mia sorte, e verso i quali non è estinta la mia riconoscenza, avrei avuto più che tempo di comporre un infolio; tanto i protettori, che mi faceano viaggiare nella mia camera, erano ben disposti in favor mio.
E nondimeno, lettor ragionevole, vedi come questi signori aveano torto; ed entra bene, se il puoi, nella logica de’ miei argomenti.
Avvi nulla di più naturale, di più giusto che il venir alla spada con chi, per inavvertenza, vi mette un piede sul piede; o si lascia sfuggire qualche parola pungente in un momento di dispetto, di cui fu causa la vostra imprudenza, ovvero ha la sventura di piacere alla vostra bella?
Si va in un prato, ed ivi, come faceva Nicola col borghese gentiluomo, si cerca di tirare una quarta, quand’egli para una terza; e, perchè la vendetta sia sicura e completa, gli si presenta la pancia scoperta, e si corre rischio di farsi da lui uccidere per vendicarsi di lui. — Ben si vede come ciò sia saviamente pensato; e nondimeno si trovano persone che disapprovano così lodevole costume! Ma il più bello è che queste medesime persone, che lo disapprovano, e vogliono che si riguardi come colpa grave, tratterebbero chi ricusa di seguirlo peggio di chi lo segue. Più d’uno sgraziato, per conformarsi al loro avviso, ha perduto riputazione e grado; di modo che se per disgrazia si riceve una sfida, non si farebbe male di trarre a sorte, per sapere se si debba osservare le leggi o l’uso. E come le leggi e l’uso si trovano in contraddizione, anche i giudici potrebbero giuocare la lor sentenza ai dadi; — e probabilmente bisogna pur ricorrere ad una decisione di questo genere, onde sapere perchè e come il mio viaggio sia durato quarantadue giorni nè più nè meno.