Versi editi ed inediti di Giuseppe Giusti/La Guerra
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LA GUERRA.1
Eh no, la guerra, in fondo,
Non è cosa civile:
D’incivilire il mondo
Il genio mercantile
S’è addossata la bega:
Marte ha messo bottega.
Le nobili utopie
Del secolo d’Artù,
Son vecchie poesie
Da novellarci su:
Oggi a pronti contanti
I Cavalieri erranti
Con tattica profonda
Nell’arena dell’oro,
A tavola rotonda
Combattono tra loro,
Strappandosi co’ denti
Il pane delle genti.
Sì sì, pensiamo al cuoio,
E la gotta a’ soldati.
Cannone e filatoio
Si sono affratellati;
È frutto di stagione
Polvere di cotone.
Di guerresco utensile
Gli arsenali e le rocche
Ridondano: il fucile
Sbadiglia a dieci bocche
De’ soldati alle spalle,
Affamato di palle.
Nè mai tanto apparato
D’armi, crebbe congiunto
A umor sì moderato
Di non provarle punto.
Dormi, Europa, sicura;
Più armi e più paura.
Popoli, respirate;
E gli eroi macellari
Cedano alle stoccate
Degli eroi milionari:
La spada è un’arme stanca,
Scanna meglio la banca.
Bollatevi tra voi,
Re, ministri e tribune;
Gridate all’arme, e poi
Desinando in comune,
Gran proteste di stima,
E amici più di prima.
La pace del quattrino
Ci valga onore e gloria:
Guerra di tavolino
Facilita la storia.
Oh che nobili annali,
Protocolli e cambiali!
Hanno tanto gridato
Sulla tratta de’ Negri!
Eppure era mercato!
Tedeschi, state allegri;
Finchè la guerra tace,
Ci succhierete in pace.
Ma che è questo scoppio
Che introna la marina?
Nulla: un carico d’oppio
Da vendersi alla China:
È una Fregata inglese
Che l’annunzia al paese.
Qui, l’oppio capovolta
Dritti e filantropie!
Ma i Barbari una volta,
Oggi le mercanzie
Migran da luogo a luogo,
Bisognose di sfogo.
Strumento di conquista
Fu già la guerra; adesso
È affar da computista:
Vedete che progresso!
Pace a tutta la terra;
A chi non compra, guerra.
Note
- ↑ Questo scherzo punge i predicatori della pace a ogni costo, anco delle più vergognose bassezze; i quali poi, se capita il destro di guadagnare, danno un calcio ai loro sistemi, e rovesciano il mondo.