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la guerra. 239


Sì sì, pensiamo al cuoio,
     E la gotta a’ soldati.
     Cannone e filatoio
     Si sono affratellati;
     È frutto di stagione
     Polvere di cotone.

Di guerresco utensile
     Gli arsenali e le rocche
     Ridondano: il fucile
     Sbadiglia a dieci bocche
     De’ soldati alle spalle,
     Affamato di palle.

Nè mai tanto apparato
     D’armi, crebbe congiunto
     A umor sì moderato
     Di non provarle punto.
     Dormi, Europa, sicura;
     Più armi e più paura.

Popoli, respirate;
     E gli eroi macellari
     Cedano alle stoccate
     Degli eroi milionari:
     La spada è un’arme stanca,
     Scanna meglio la banca.

Bollatevi tra voi,
     Re, ministri e tribune;
     Gridate all’arme, e poi
     Desinando in comune,
     Gran proteste di stima,
     E amici più di prima.