Sì sì, pensiamo al cuoio,
E la gotta a’ soldati.
Cannone e filatoio
Si sono affratellati;
È frutto di stagione
Polvere di cotone.
Di guerresco utensile
Gli arsenali e le rocche
Ridondano: il fucile
Sbadiglia a dieci bocche
De’ soldati alle spalle,
Affamato di palle.
Nè mai tanto apparato
D’armi, crebbe congiunto
A umor sì moderato
Di non provarle punto.
Dormi, Europa, sicura;
Più armi e più paura.
Popoli, respirate;
E gli eroi macellari
Cedano alle stoccate
Degli eroi milionari:
La spada è un’arme stanca,
Scanna meglio la banca.
Bollatevi tra voi,
Re, ministri e tribune;
Gridate all’arme, e poi
Desinando in comune,
Gran proteste di stima,
E amici più di prima.