Versi editi ed inediti di Giuseppe Giusti/Consiglio a un Consigliere
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CONSIGLIO A UN CONSIGLIERE.
Signor Consigliere,
Ci faccia il piacere
Di dire al Padrone
Che il mondo ha ragione
D’andar come va.
Dirà: Padron mio,
La mano di Dio
Gli ha dato l’andare;
Di farlo fermare
Maniera non v’ha.
Se il volo si tarpa
Calando la scarpa
A mota nostrale,
Che ratta sull’ale
Precipita in giù,
La ruota del mondo
Andrà fino in fondo;
Nè un moto s’arresta
(Stiam lì colla testa)
Che vien di lassù.
Per tutto si vede
Che il carro procede,
Con dietro una calca
Che seco travalca
Con libero piè.
E mentre cammina,
Con sorda rapina
I gretti, i poltroni,
I servi, i padroni.
Travolge con sè.
Tra i Re del paese
Qualcuno l’intese;
E a dirla tal quale,
Più bene che male
N’ottenne fin quì.
Slentando la briglia,
Tornò di famiglia;
Temeva in quel passo
Di scendere in basso,
E invece salì.
Giudizio, Messere!
Facendo il cocchiere
In urto alla ruota,
Si va nella mota,
Credetelo a me.
Pensando un ripiego,
Io salvo l’impiego;
E voi (dando retta),
Rivista e corretta,
La paga di re.