Versi di Luigi Plet/Canzone alle loro altezze imperiali
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ALLE LL. AA. II.
IL SERENISSIMO ARCIDUCA VICERÉ RANIERI
E
L’ARCIDUCHESSA ELISABETTA
AVENDO S. A. I. L’ARCIDUCHESSA
MARIA CAROLINA AUGUSTA
LORO PRIMOGENITA
NATA IN MILANO IL 6 FEBBRAIO 1821
CHIUSO I SUOI GIORNI A VIENNA IL 23 GENNAIO 1844.
CANZONE.
Parenti augusti! se pennello avessi
Acconcio a figurar quella beata
Reggia eterna per cui si spande e vola
Lo spirito di lei; se dir sapessi
5Quanto più bella colassù è rinata;
Com’ella in Dio si pasce e si consola;
Oggi la mia parola
Tal virtù avrebbe che d’ambascia oggetto
Più non saria per voi la morta figlia;
10O, quando pur le ciglia
Non fosser atte, al suo fulgente aspetto,
A frenar delle lagrime la piena,
Piangereste di gioia e non di pena.
La terra ella cambiò col paradiso
15Recando intatta la virginea vesta;
Onde, seduta or di Sïon sul monte,
Se ne sta coll'Agnello a viso a viso;
E a seguitarlo ovunqu'Ei vada è presta,
Scritto il nome di Lui portando in fronte;
20Passa talora al fonte
Ch'acque vitali getta e, fra la schiera
Delle più care a Dio, prende ristoro;
Manto di bisso ed oro
La copre e adorna in singolar maniera:
25Su i vanni del rapito Vangelista
Mi librai col pensiero e tal l'ho vista!
Ben so che, vago del gentil suo velo
E de’ suoi pregi, al sen l'avrebbe stretta
Regio garzon, di fe' con santo giuro;
30Ma deh! che dir se, a lui rivale, il cielo
A più splendide nozze aveala eletta
In soggiorno più ricco e più sicuro?
Al paragone oscuro
È ogni stato quaggiuso, ogni decoro;
35Ella, alla mensa or del divin suo Sposo,
Inno misterioso
È a cantar scelta nel più scelto coro;
E quell'inno uscir può della sua bocca
Sol perchè Dio chiamolla ancor non tocca.
40Ad accendervi in petto ella fu prima
Il vivo foco del paterno amore:
Era de’ vostri amplessi il primo frutto;
Dei pensier vostri, forse, ell'era in cima;
E, mirando a voi solo, avrebbe il core
45Alta cagion d’interminabil lutto.
A lei mirate, e tutto
Potrete disgombrare il crudo affanno:
Ella, a raccor le preci vostre intenta,
Con ansia le presenta;
50Ed ecco il pro ben avanzare il danno;
Or senta il core rassegnato e pio
Che le primizie vanno offerte a Dio.
Canzone! io pur ambiva come un fiore
Locarti sull'avel di Carolina;
55Ma fior degno non sei dell’alto onore:
Sei d’orto inculto, di pianta meschina;
Non per tanto io ti reco: lieto viso,
Quanto i fior più fragranti,
Ritroverai se vanti
60Solo il bel nome sullo stelo inciso;
E, unicamente perchè là deposto,
Non avrai forse ad appassir sì tosto.