Versi di Luigi Plet/Canzone alle loro altezze imperiali

Canzone alle loro altezze imperiali

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Luigi Plet - Versi (1857)
Canzone alle loro altezze imperiali
Al nobile signore il signor barone Simone di Sina Sonetto alle stesse
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ALLE LL. AA. II.


IL SERENISSIMO ARCIDUCA VICERÉ RANIERI


E


L’ARCIDUCHESSA ELISABETTA


AVENDO S. A. I. L’ARCIDUCHESSA


MARIA CAROLINA AUGUSTA


LORO PRIMOGENITA


NATA IN MILANO IL 6 FEBBRAIO 1821


CHIUSO I SUOI GIORNI A VIENNA IL 23 GENNAIO 1844.

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CANZONE.





Parenti augusti! se pennello avessi
     Acconcio a figurar quella beata
     Reggia eterna per cui si spande e vola
     Lo spirito di lei; se dir sapessi
     5Quanto più bella colassù è rinata;
     Com’ella in Dio si pasce e si consola;
     Oggi la mia parola
     Tal virtù avrebbe che d’ambascia oggetto
     Più non saria per voi la morta figlia;
     10O, quando pur le ciglia
     Non fosser atte, al suo fulgente aspetto,
     A frenar delle lagrime la piena,
     Piangereste di gioia e non di pena.

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La terra ella cambiò col paradiso
     15Recando intatta la virginea vesta;
     Onde, seduta or di Sïon sul monte,
     Se ne sta coll'Agnello a viso a viso;
     E a seguitarlo ovunqu'Ei vada è presta,
     Scritto il nome di Lui portando in fronte;
     20Passa talora al fonte
     Ch'acque vitali getta e, fra la schiera
     Delle più care a Dio, prende ristoro;
     Manto di bisso ed oro
     La copre e adorna in singolar maniera:
     25Su i vanni del rapito Vangelista
     Mi librai col pensiero e tal l'ho vista!


Ben so che, vago del gentil suo velo
     E de’ suoi pregi, al sen l'avrebbe stretta
     Regio garzon, di fe' con santo giuro;
     30Ma deh! che dir se, a lui rivale, il cielo
     A più splendide nozze aveala eletta
     In soggiorno più ricco e più sicuro?
     Al paragone oscuro
     È ogni stato quaggiuso, ogni decoro;
     35Ella, alla mensa or del divin suo Sposo,
     Inno misterioso
     È a cantar scelta nel più scelto coro;
     E quell'inno uscir può della sua bocca
     Sol perchè Dio chiamolla ancor non tocca.

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40Ad accendervi in petto ella fu prima
     Il vivo foco del paterno amore:
     Era de’ vostri amplessi il primo frutto;
     Dei pensier vostri, forse, ell'era in cima;
     E, mirando a voi solo, avrebbe il core
     45Alta cagion d’interminabil lutto.
     A lei mirate, e tutto
     Potrete disgombrare il crudo affanno:
     Ella, a raccor le preci vostre intenta,
     Con ansia le presenta;
     50Ed ecco il pro ben avanzare il danno;
     Or senta il core rassegnato e pio
     Che le primizie vanno offerte a Dio.


Canzone! io pur ambiva come un fiore
     Locarti sull'avel di Carolina;
     55Ma fior degno non sei dell’alto onore:
     Sei d’orto inculto, di pianta meschina;
     Non per tanto io ti reco: lieto viso,
     Quanto i fior più fragranti,
     Ritroverai se vanti
     60Solo il bel nome sullo stelo inciso;
     E, unicamente perchè là deposto,
     Non avrai forse ad appassir sì tosto.