Vegliar le notti, e or l'una, or l'altra sponda
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I
Vegliar le notti, e or l’una, or l’altra sponda
Stancar del letto rivolgendo i lassi
Fianchi, e traendo sospir tronchi e bassi
Per la piaga, ch’io porto aspra e profonda;
5E il dì fuggir dove non erba o fronda
Ombri ’l terren, ma nude balze e sassi,
Mesto rigando il suolo, ovunque io passi,
Con larga vena, che per gli occhi inonda;
E ben scorgere omai, che Costei serba
10Suo antico stile, e dopo il decim’anno
Rivederla più bella, e più superba;
Vivere intanto, e d’uno in altro inganno
Passare, e d’una in altra pena acerba,
Questa legge m’impose il mio Tiranno.