Tu, che giamai non ti contenti e vuoi
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Questo testo fa parte della raccolta Paolo Giordano Orsino
III
VANITAS VANITATUM
Tu, che giamai non ti contenti e vuoi
laute mense bramar sotto aurei tetti,
consorte eccelsa entro a gemmati letti,
esercito di servi a’ cenni tuoi;
di regnar dagli espèri a’ lidi eoi,
di canti e melodie dolci diletti,
di cacce e di tornei giocondi aspetti,
quando alla fin tutto ottenessi... E poi?
In breve è nulla. Ed anco è nulla adesso
se tu lo paragoni al ben ch’è vero,
e sol ti sembra ben perch’è d’appresso.
E corta hai tu la vista. Occhio sincero,
se lo mira e multiplica in se stesso,
ritroverá zero via zero, zero.