Uom, che barbaro quasi, in su la sponda
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Uom, che barbaro quasi, in su la sponda
Del non Etrusco Tanaro nascea,
Dove d'Itale voci è impura l'onda,
Si ch'ella macchia ogni più tersa idea;
5Più lustri or son, ch'ei la natal sua immonda
Favella in piena oblivion ponea;
E al vago dir che l'alma Flora inonda,
E labro e penna ed animo volgea.
Se niun di voi, cigni dell'Arno, or vede
10Spurio vestigio nel costui sermone,
Cittadinanza di parole ci chiede.
Sacro tributo a Grecia tutta impone
L'unica Atene, di ogni grazia sede,
Cui la Beozia stolta invan si oppone