Una sciarabbottana

Giuseppe Gioachino Belli

1833 Indice:Sonetti romaneschi II.djvu sonetti letteratura Una sciarabbottana Intestazione 18 marzo 2025 75% Da definire

La viaggiatora tramontana Lo sfasscio
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1833

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UNA SCIARABBOTTANA.[1]

     Sarebbe bbuffa che stanno[2] ar finale
Der giubbileo[3] de Pascua Bbefanìa,[4]
Mo jje vienissi st’antra fernesia[5]
De progorallo[6] a ttutto er carnovale.

     Direbbe allora pe’ la parte mia
Ch’er Zanto-Padre nostro è ssenza sale;
E cch’er Romano lo conosce male,
Levannoje sti ggiorni d’allegria.

     Adesso ch’oggni cosa va a ccartoccio,[7]
Sciamancherebbe[8] puro[9] un Papa sscemo
Che inibbissi quarch’ora de bbisboccio![10]

     Pe’ cquesto er Campidojjo[11] lui medemo
Currerebbe a Ssampietro a ppregà er Boccio[12]
De dacce la liscenza che rridemo.[13]

Roma, 6 gennaio 1833.

Note

  1. Cerbottana. Udire una cosa per cerbottana, vale: “udirla susurrare fra il popolo.„
  2. Stando.
  3. Di questo giubileo vedi i sonetti... [Er Zanatòto ecc., 13 e 14 dic. 32].
  4. Epifania. Vedi il sonetto... [Er Zanatòto ecc. (1), 13 dic. 32; nota 3].
  5. Frenesia.
  6. Prorogarlo.
  7. A sghembo: [a rotoli].
  8. Ci mancherebbe.
  9. Pure.
  10. Bagordo. Andare in bisboccio ecc. [Più spesso però dicono bisboccia. E far bisboccia, bisbocciare, bisboccione, son vivi anche a Firenze. Mancano quindi per mera svista al Giorgini-Broglio e al Rigutini-Fanfani.]
  11. Si può francamente asserire non essere ai rappresentanti del popolo romano restata quasi altra giurisdizione, che quella di dirigere e premiare i cavalli delle corse carnascialesche.
  12. Vecchio. Qui, il Papa.
  13. Ridiamo.