Un pensier che d'Amor parla sovente
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lxxviii
[Il triste fato d’Amore.]
Un pensier che d’Amor parla sovente
sol vive in me, che volentier l’ascolto:
e, se alcun altro surge nella mente,
sí come peregrin non vi sta molto.
La misera mia anima, che sente
oltra a’ pensier ciascun mio spirto vòlto
contra la vita, assai timidamente
ristretta in sé, si duol di quel bel volto.
E lui, di tal doglienza avendo indizio
dagli spirti d’Amor, con vero e pio
parlar si scusa alla trist’alma, e dice:
— È di bellezza proprio e grato offizio
piacer: anima, incolpa il tuo disio,
se a ciascun piaccio e te sol fo infelice. —