Un lupo tutto pien d'umanità
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Un lupo tutto pien d’umanità
(se se ne trova de’ tali nel mondo)
sulla sua crudeltà,
ch’esercitava per necessità,
5fece un pensier di reflession profondo:
- Sono odiato - dicea - da chi? da ognuno;
comun nemico è ‘l lupo,
e cacciatori e cani
e pastori e villani
10s’adunan tutti per la sua rovina,
odiano tutti a morte
la sua voracità, la sua rapina.
Per questo l’Inghilterra
fu di lupi spogliata,
15e per tutta la terra
questa misera testa è taglieggiata:
e tutto ciò per un asin rognoso,
per un putrido castrato,
per un can magro e pulcioso,
20senza i quali potea
leggiermente passarla il mio palato.
E ben, non mangiam più di queste cose,
paschiam piuttosto per le piagge erbose,
rompiamci i denti,
25foriamci i labri,
forte rodendo
spini pungenti;
e se bisogna ancor moriam di fame,
la morte è minor male
30dell’odio universale -.
E dicendo così, quattro pastori
vide al lor gregge accosto,
che tra l’erbette e i fiori
si divoravan un agnello arrosto.
35- Oh - disse tutto allegro - io mi rinfaccio
degli agnelli la carne,
ecco che i lor guardiani
ne mangian essi e poi ne danno a’ cani.
Ed io lupo sarò sì scrupoloso
40che non vorrò mangiarne?
No, per Dio, no: sarei troppo pietoso.
Passerà l’agnellino,
ed io lo sgozzerò;
non solamente lui,
45ma la madre ch’ei poppa,
e ‘l padre insieme che lo generò -.
Il lupo avea ragione,
perché l’uomo a lui parve un animale
di tutti il più crudele,
50che le bestie più quiete ed innocenti
si fa passar fra’ denti
senza rispetto e senza compassione.