Un brieve trattato dell'eccellentia delle donne/Dedica

Dedica

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Un brieve trattato dell'eccellentia delle donne Brieve trattato dell'eccellentia delle donne


[1v]


All'Eccellente .S. mia, la .S.
Donna LEONORA
Gonzaga Martinenga.


PENSANDO tuttavia fra me stesso valorosa Donna che cosa far mi potessi per darvi qualche grato & utile trastullo mentre state rinchiusa nei termini della vostra Camera, molte cose mi vengono per la mente, & molti componimenti mi si appresentano davanti a gli occhi, tutti a gara pregandomi (come se consapevoli fossero del mio desiderio) che volendomi mostrarvi in qualche modo grato, di loro ne faccia dono all’eccellentia vostra, promettendomi di porgervi tutto quell’alleggiamento che per [2] loro fia possibile giamai. Ricercando io adunque qual di tutti que’ varii componimenti che presso di me erano, fusse per darvi maggior piacere, ecco che fuori di ogni pensamento, mi fu fatto Copia di una dotta lettione in lode del vostro Sesso, scritta dall’acutissimo .S. Vincenti Maggio, & recitata all’alta presentia della Illustriss. P. di Ferrara, & ramentandomi esser voi molto più vaga della volgar che della latina lingua, pensai per amor vostro di insegnarli a favellare Italianamente, & così in spatio di poche hore ella talmente apprese questa nostra favella che più non mi diffido che ciascheduno non la possi commodamente intendere, né similmente mi diffido che leggendola non [A ii] [2v] troviate per dentro molte ragioni possenti a sforzar ogni grand’intelletto & farlo (malgrado suo) credere che le Donne sieno di maggior eccellenza & dignità dotate che gli huomini non sono: benché io per avanti ne fussi come certo, havendo solamente alcuna fiata considerato il gran valor di. V. S. il qual dal primo dì che io vi conobbi sì mi parve meraviglioso che fra me dissi non potersi trovar miglior via perché le Donne superassero gli huomini, che di essortarle a imitar i vostri cortesi modi, seguitar le sante pedate, & finalmente togliervi per un raro & perfetto essempio della vita loro. Voi vedrete in questo piccolo volume grandimenti essaltato il feminil Sesso, & da chi? [3] forse da qualche scioccho & inesperto? lo essalta il più acuto philosopho c’habbi tutta Europa, scuoprendo le singolari dignità di quello, non con frivole ragioni, non con argomenti debboli, ma con mezzi dal centro della Philosophia tolti. Quivi prego specchiatevi alcuna volta, & quando inteso havrete che natura sia stata alle donne più che alli huomini benigna & cortese, ringratiaretela con divoto & fervente modo. Hora s’intenderà apertamente esser state contra ragione le donne dalli maligni & invidiosi disprezzate. Hora s’intenderà che non senza giustissima cagione sieno amate dai più sublimi intelletti, & hora potrà la .S. Contessa delle Gabizze contro di alcuni [A iii] [3v] ostinati dottori diffendere più animosamente la Feminil eccellentia. Certa cosa è .S. mia che molti errori si fanno per ignorantia, & molti falli si commettono dal non saper più oltre. Se per tanto vi piacerà che questa mia brieve traduttione vada per le mani de gli huomini ne vedrete tosto sorgere infiniti beni, tanto mi confido io nella vivacità delle philosophice ragioni, che già mi par di udire infinite voci di saggie donne, le quali, veggendosi da mariti più vezeggiate & honorate che solite non erano di vedersi, vi ringratiino di così eccellente benefitio, & de divini honori vi dichino esser degna. Se vi contentarete che per le mani de Cavaglieri scorri come più li piace la presente lettione [4] non credo s’odi più donna alcuna che si querelli di esser in servitù, anzi spero vedremo tosto divenir i Mariti de crudeli Tiranni, obedientissimi vasalli. Dirò di più poi che mi sento entrato nel petto un spirito prophetico, il qual mi fa predire, che se le potentissime ragioni del dotto Maggio, saranno pur leggiermente lette, che molti nemici delle donne deporanno incontanente il sdegno contro loro a torto conceputo: & i Giovani che prima parevano sì schifi del pigliar moglie, ribellaranno a padri per pigliarle, rinoveransi le nozze cinque & sei fiate per non mancar di sì grato agiutto, & dolce refrigerio. Beato si terrà colui chi le potrà servire, più beato chi le potrà godere, io ne [A iiii] [4v] sarò benignamente ringratiato, che gli habbi insegnato a farsi intendere da chi non sapeva latino, & voi a contemplation della quale, ho preso questa picciola fatica, ne sarete come liberatrice di una durissima servitù devotissimamente adorata. State lieta che Iddio sia la guardia vostra. Sempre essaltando la molto illustre persona di quella.