Un acerbo pensier talor mi tiene
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Questo testo fa parte della raccolta Opere (Lorenzo de' Medici)/III. Rime
lxviii
[Amore fuga il pensiero della morte.]
Un acerbo pensier talor mi tiene
e prende sopra gli altri signoria:
se dura, io moro; e s’io lo caccio via,
un’altra volta con piú forza viene.
Dicemi esser fallace ogni mia spene,
l’amor, la fede della donna mia;
narra i vari pensier, quali ebbe pria
che Amor ponessi in lei tutto il mio bene.
Pensando a questo, Morte per ristoro
chiamo, e pietosa mi udirebbe allora:
ma Amor, che sa quanto a torto io mi doglia,
mi mostra que’ begli occhi, e innanzi a loro
fugge ogni rio pensiero, ogni mia doglia,
come tenebre innanzi dell’aurora.