Un'opera de misericordia (1830)

Giuseppe Gioachino Belli

1830 Indice:Sonetti romaneschi VI.djvu sonetti letteratura Un'opera de misericordia (1830) Intestazione 20 febbraio 2024 100% Da definire

Ar bervedé tte vojjo La protennente
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti dal 1828 al 1847

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UN’OPERA DE MISERICORDIA.

     Nun annà appresso a Ttuta,1 chè cco’ cquella
Se vede bbazzicà2 sempre un zordato;
E ddìcheno che un fir3 de p...anella
Je s’è da quarche ttempo appiccicato.

     Mezz’anno fa, ppe’ ccerta marachella,4
Annò a Ssan Rocco5 a spese der curato,6
E tu tte fidi ar nome de zitella?
Omo avvisato è ggià mmezzo sarvato.7

     Pe’ mmé è una santa donna; ma ll’ho ddetto,
La ggente sciarla: e ppe’ ffàlla segreta,8
Nun je se pô appricà mmica er lucchetto.9

     Fàcce,10 si cce vòi fà, sseta-moneta:11
Fàcce a nisconnarello11 e a pizzichetto;11
Ma nun métteje12 anello in ne le déta.

5 ottobre 1830.

Note

  1. [Gertrude]
  2. Praticare.
  3. [Un filo: un pochino.]
  4. Intrigo.
  5. Ospizio pei parti segreti.
  6. [V. in questo volume la nota 1 del sonetto: Er Curato, 13 nov. 33.]
  7. [Omo avvisato, mezzo sarvato. Proverbio.]
  8. [Per farla, per ridurla non ciarliera.]
  9. [Alla bocca si sottintende.]
  10. Facci.
  11. 11,0 11,1 11,2 Tre giuochi fanciulleschi. [Il seta-moneta lo fanno per lo più le mamme per trastullare i figliuoli. La mamma si mette il bambino a sedere di faccia sulle ginocchia: lo prende per le mani, e spingendolo avanti e indietro, come fanno i segatori, gli canticchia questa filastrocca: Seta-moneta, Le donne de Gaeta, Che fileno la seta; La seta e la bommasce, Giuvanni me piasce; Me piasce Giuvanni, Che fa cantà li galli; Li galli e le galline Co’ tutti li purcini; Guarda ner pozzo, Ché c’è un gallo rosso; Guarda in quell’antro, Ché cc’è un gallo bianco; Guarda lassù, Ché ce’è un cuccurucù. Nell’Umbria questo gioco si chiama più comunemente del sega-moneta, è una variante della filastrocca, da me raccolta a Perugia, dice così: Sega-moneta, Le donne di Gaeta Che filano la seta; La seta e La bambace La filano tanto forte, Che fan tremar le porte; Le porte son d’argento E costano cinquecento; Cento e cinquanta, La mia gallina canta; Canta gallina, La sposa Serafina S’affaccia alla finestra Con tre coralli in testa; Passano tre fanti Con tre cavalli bianchi; Bianca la sella, Fior di mortella; Bianca la briglia, Fior di vainiglia; Bianca ogni cosa, Fior della rosa. — Il nisconnarello corrisponde al nasconderello o nasconderella de’ Fiorentini, che manca ancora a’ vocabolari, e al rimpiattìno de’ Pistoiesi, che i vocabolari danno per italiano! — Per fare il gioco del pizzicchetto, parecchi bambini mettono alternativamente i pugni chiusi uno sopra l’altro, in modo da formare una colonna; e uno di loro, che rimane con la destra libera, pizzica a una a una tutte le ultime articolazioni delle dita, canticchiando la canzoncina: Pizzica, pizzicarello, T’ammazzo cór cortello; T’ammazzo cór pugnale, Te fo morì de fame; De fame e dde pavura, Te butto in zepportura, Crò crò crò, Si nun fai t’ammazzerò; Cri cri cri, Si nun fai t’ammazzo qui. Colui che è pizzicato all’ultima parola della canzoncina, leva dalla colonna la mano pizzicata; e si comincia da capo; finchè ridotto il gioco a due soli, colui che resta col pugno o co’ pugni non pizzicati all’ultimo qui, è il perditore, e tutti gli altri bambini gli si fanno intorno e gli gridano in coro: Tappo de cacatooore!... Tappo de cacatooore!... Per le varianti e i riscontri del primo e del terzo di questi giochi nelle altre parti d’Italia, può vedersi bel libro del Pitrè, Giuochi fanciulleschi; Palermo, 1883; pag, 29-30 e 62-67.]
  12. Non [mettergli] metterle.