Tre libri dell'educatione christiana dei figliuoli/Libro III/Capitolo 75

Libro III - Capitolo 75

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Della disciplina militare, et della cavalleria. Cap. LXXV.

Quelli che di proposito hanno preso à trattare della natura della Città et delle sue parti necessarie, hanno dimostrato sufficientemente che non solo in essa sono dibisogno quelle arti, senza lequali gli huomini non possono vivere, ò non bene, et commodamente vivere, come gli agricoltori, gli artefici mecanici, et simili, et che non solo fa di mestieri che vi siano governatori, et magistrati, et giudici, et consultori, che rendano ragione et mantenghino giustitia, et conservino la pace privata tra Cittadini, ma che non meno egli è anchor necessario che vi siano magistrati militari, et soldati, et difensori, iquali difendano la libertà, et la pace della patria, contra la violenza di chi ingiustamente volesse perturbarla; onde apparisce che lo studio delle cose militari è buono, et laudabile, se bene la militia et la guerra non sono cose elggibili per loro stesse, perche il guerreggiare per la istessa guerra, cioè solo per vincere, et per opprimere i manco potenti, è cosa da fiere senza humanità; ma la guerra legitima è per cagione della pace, per propulsare le ingiurie, et violenze, et per difensione della pace, della giustitia, et dell’honor di Dio. La onde vediamo nelle divine lettere non essere condennata la professione militare, non solo al tempo dello antico Testamento, ma ne anco sotto lo Evangelio, onde Giovanni Battista, et precursore del Salvatore, venendo à lui varie maniere et conditioni di persone, predicava loro la penitenza, et dava salutiferi consigli, secondo lo stato di ciascuno, et fra gli altri vedendo venire à se alcuni soldati, non gli rigittò, ne riprese la professione che facevano, anzi essendo richiesto da loro, che doveano fare rispose, si come riferisce san Luca, in questa guisa: Non fate violenza ne ingiuria ad alcuno, et contentatevi de i vostri stipendii. Perilche non si prohibisce al padre di famiglia di educare il figliuolo con questa intentione, perche sia Cavaliere, et soldato, se però vedrà che il giovanetto, et per la dispositione del corpo, et per una certa inclinatione naturale vi sia chiamato, osservando di lontano, come più volte si è ricordato, i suoi modi, nella fanciullezza, et nella pueritia. Ma bene deve il buon padre affaticarsi di allevar in modo il figliuolo, che veramente sia difensore, et non perturbatore della patria, et che con l’arte militare serva à Dio, et non che vivendo con ogni licenza come da molti si usa condanni l’anima sua, ilche non è difetto della militia ma della nostra mala voluntà, come hora dirò alquanto più in particulare.