Tre libri dell'educatione christiana dei figliuoli/Libro III/Capitolo 64
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Della cura paterna circa il fare apprendere da i figliuoli le arti mecaniche. Cap. LXIV.
Pervenuto il fanciullo poveramente nato, à età di poter tanto quanto affaticare, non havrà da stare in otio, ma conforme all’antica sentenza, si disporrà à mangiar il pan suo, nel sudore del volto suo, però secondo la conditione del povero padre, et secondo la robustezza del corpo et la sua maggior inclinatione, doverà essere impiegato in qualche arte, ò sia di quelle, che fuori nella coltura de i campi, et altre cose della villa si travagliano, ò pur sia delle arti mecaniche, che ordinariamente si esercitano nella Città, lequali havendo bisogno di più studio per apprenderle, sarà obligo del padre non tardar troppo à mandarvi il figliuolo, et far elettione di buon maestro, et per buono intendo non solo perito di quell’arte, ma di buoni costumi, et di buona fama, nella cui bottega conversando il figliuolo di famiglia non impari a bestemmiare et non cada in altri gravi peccati, ma conservi intera la paterna educatione christiana, perilche quando commodamente si possa, crederei essere espediente che il giovanetto ritornasse la sera dall’opera, alla casa propria, fuggendo per questa via molti pericoli, et havendo più spesso occasione di sentire i ricordi del padre. A cui si appertiene di ammonire spesse volte il figliuolo à temere Iddio, et far la sua voluntà et guardarsi di non offenderlo, sapendo certo che in ogni stato, et in qual si voglia esercitio, benche vilissimo, pur che non contradichi alla legge christiana, et che giustamente si eserciti, si può piacere à Dio; però lo eshorti principalmente à due cose, l’una che non intermetta mai i buoni esercitii christiani, cioè di far alquanto di oratione la mattina, dedicando à Dio quella giornata, et tutte le sue fatiche, et chiedendo aiuto dal padre di tutte le gratie, per ogni bisogno suo, cosi spirituale, come corporale, et che fra giorno spesse volte con un sospiro, con una elevatione di mente si ricordi di Dio; habbia in particular divotione la Beatissima madre di Dio, et alcun Santo, come suo spetiale avvocato, et sopra tutto dispensi christianamente il giorno della festa, riducendosi spesso al padre spirituale, et restringendosi con qualche buona compagnia, secondo il suo consiglio; et in somma non tralasciando, nè ritornando à dietro da quella forma di vivere, che si presuppone ch’egli havrà osservata nella sua pueritia, si come di sopra à i suoi luoghi lungamente se n’è ragionato. La seconda cosa della quale il padre deve molto spesso avvertire il figliuolo si è, che faccia l’arte, et l’esercitio suo fidelmente, et senza fraude, et non habbia invidia à coloro, i quali con mali modi guadagnano; percioche provocano Dio à sdegno, il quale benche alcun tempo dissimuli aspettandoci à penitenza, non lasciarà al fine i peccati senza castigo, non solo nell’altra vita, che di questo non ci ha dubbio; ma bene spesso nella vita presente, perdendo il misero artegiano in un punto, quello che in molti anni stentatamente haveva acquistato; la dove uno artefice conosciuto per huomo da bene nell’arte sua è amato da tutti i buoni, et molti più si servono dell’opera sua, et Iddio gli benedice ogni cosa, come di sopra ad altro proposito mi ricorda haver detto, et se l’artegiano non sarà taverniere, nè giocatore, nè per altre vie otiose dissiparà i suoi piccoli honesti guadagni, havrà senza dubbio bastantemente da potersi sostentare. Ma quello che più importa finita questa breve peregrinatione, al capo della giornata havrà parte nel regno di Dio. Et però ben diceva il santo Tobia confortando il figliuolo: Figliuol mio lo stato nostro è povero, et poveramente viviamo; ma sta di buon animo, et sappi che se temeremo Iddio, havremo molti beni.