Tre libri dell'educatione christiana dei figliuoli/Libro III/Capitolo 32

Libro III - Capitolo 32

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ESEMPIO DI THEODOSIO IMPERATORE CIRCA L’AUTORITÀ DEL MAESTRO.

Si ritrova scritto nella vita di santo Arsenio, che Theodosio Imperatore primo di questo nome, Principe di eccellentissime qualità, et non meno religioso che bellicoso, ilquale regnava à quel tempo nell’Oriente, havendo due figliuoli, Arcadio, et Honorio, procurò con grandissima diligenza di haver per la cura loro un maestro tale, quale si conveniva per due fanciulli, che si dovevano allevare per la successione di tanto Imperio, et sopratutto pensò di trovarlo di sorte, che con la dottrina havesse congiunto una insigne bontà, onde non contento di fare inquisitione in Constantinopoli, et nelle Provintie del suo Imperio, ne scrisse anchora à Gratiano, Imperator anchor egli in queste parti dell’Occidente, ilquale co’l consiglio del Pontefice Romano gli inviò Arsenio, huomo per la singulare eruditione, ma molto più per la gran santità della vita degnissimo di tanto carico. Ilquale pervenuto alla presenza di Theodosio, restò subito l’Imperatore preso dallo aspetto venerando, et dalla suavità del parlare, et dalla modestia, et gravità de i costumi di Arsenio. Perilche lietissimo, chiamati i due figliuoli glieli consegnò per discepoli, et gli parlò in questa forma: Da qui avanti sarai tu Arsenio, padre loro, più di me medesimo, percioche egli è cosa più eccellente, et più propria di padre, il dare il bene essere, che il solo essere. Io gli commetto alla cura tua, et chiamo Iddio in testimonio, che tu con la sua gratia me gli facci tali quali io desidero. Attendi però bene à quello che io ti imporrò hora, et che à bello studio ti commando alla presenza loro. Io non voglio che tu habbia in modo alcuno consideratione alla loro Imperial Maestà, ne perche sono miei figliuoli tu habbia loro rispetto; percioche io voglio che siano come tuoi figliuoli et discepoli, et che ti siano soggetti, et ti obediscano come à proprio padre et maestro, et se faranno altrimenti ne faremo sopra di loro grave risentimento. Detto questo, volse che la scuola fosse vicina alle sue camere, per potervi andare à suo piacere. Ma il buono Arsenio, come quello che era modestissimo, facendo in tutto il resto offitio di diligentissimo precettore, solo in questa parte del ritener la maggioranza magistrale non osservava il commandamento dello Imperatore; per ciò che portando somma riverenza à i due giovanetti, et honorandogli conforme all’altezza de lo stato loro, et insieme conservando se stesso nella solita humiltà, gli ammaestrava stando in piede, mentre essi sedevano. Avvenne che un giorno Theodosio improvisamente entrò nella scuola et avvedutosi della cosa se ne turbò fortemente et ne riprese con gravi parole Arsenio, ilquale rispondendo riverentemente disse; O Imperatore, egli è conveniente osservar la debita distintione delle cose, et alla giovanezza di questi miei due signori dar la dottrina, et le ammonitioni, et parimente render l’honore all’Imperio. Allhora il Principe più che prima alterato soggiunse: Et chi gli hà fatti Imperatori? et non senza indignatione di sua propria mano levò loro le insegne Imperiali che portavano, come manto di porpora, ò altra cosa tale, et costrinse Arsenio à dover sedere nel seggio regale, et i figliuoli, Arcadio et Honorio, che poi furono Imperatori l’uno dell’Oriente, et l’altro dell’Occidente, fece stare in piedi in atto humile avanti il maestro loro, dicendo di più queste memorabili parole, Se apprendendo il timor di Dio et facendo la sua voluntà si renderanno per mezzo delle virtù degni dell’Imperio, può Iddio dar loro l’Imperio pacifico, et ben constituito, per utilità de’popoli i quali havranno da reggere, altrimenti è meglio che vivano cosi vita privata, che Imperare stoltamente et pericolosamente. Et da quell’hora avanti fù necessario che Arsenio ritenesse in tutto et per tutto il luogo et l’autorità di Maestro. Hò voluto cosi lungamente riferir questo esempio per instruttione d’alcuni che molto inferiori di grandezza à Theodosio, vogliono che i maestri siano più presto servitori de’ loro figliuoli, facendo loro danno in molte maniere, et in questa spetialmente che diventano altieri et insopportabili con i sudditi, la dove per saper ben commandare, è necessario prima haver imparato à ubidire.