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TERZO. | 144 |
risoluto di non haver rifugio, ne tribunale alcuno domestico per cosi dire, dove appellarsi dalle sentenze del maestro, altrimenti per ogni piccola cosa il fanciullo empierà l’aria di stridi, onde poi segue confusione, et molto impedimento all’offitio del maestro, et insiememente al profitto del fanciullo, ilquale in questo modo si recarà in pace ad ubidire et fare come si suol dire di necessità virtù. Deve però il maestro portarsi in modo che non sia meno amato, che temuto dal fanciullo, lodandolo alcuna volta, quando lo havrà meritato, alla presenza del padre, si che il figliuolo si persuada esser più accetto al padre, et riportarne delle piccole gratie, et remunerationi, per la buona relatione del maestro. Et dall’altro lato, quando pur il padre s’avvedesse che il maestro eccedesse, ò in qualche cosa havesse bisogno di correttione, potrà farla à luogo et tempo in absenza del fanciullo, non alterandosi punto, anzi dolcemente ricordandogli, che uno istesso fine deve esser d’ambedue loro, cioè il benefitio del commune figliuolo, non dovendo haver minore efficacia nel maestro la carità christiana, che nel padre l’inclinatione naturale.
Esempio di theodosio imperatore circa l’autorità del maestro. Cap. XXXII.
Si ritrova scritto nella vita di santo Arsenio, che Theodosio Imperatore primo di questo nome, Principe di eccellentissime qualità, et non meno religioso che bellicoso, ilquale regnava à quel tempo nell’Oriente, havendo due figliuoli, Arcadio, et Honorio, procurò con grandissima diligenza di haver per la cura loro un maestro tale, quale si conveniva per due fanciulli, che si dovevano allevare per la successione di tanto Imperio, et sopratutto pensò di trovarlo di sorte, che con la dottrina havesse congiunto una insigne bontà, onde non contento di fare inquisitione in Constantinopoli, et nelle Provintie del suo Imperio, ne scrisse anchora à Gratiano, Imperator anchor egli in queste parti dell’Occidente, ilquale co’l consiglio del Pontefice Romano gli inviò Arsenio, huomo per la singulare eruditione, ma molto più per la gran santità della vita degnissimo di tanto carico. Ilquale pervenuto alla presenza di Theodosio, restò subito l’Imperatore preso dallo aspetto venerando, et dalla suavità del parlare, et dalla modestia, et gravità de i costumi di Arsenio. Perilche lietissimo, chiamati i due figliuoli glieli consegnò per discepoli, et gli parlò in questa forma: Da qui avanti sarai tu Arsenio, padre loro, più di me medesimo, percioche egli è cosa più eccellente, et più propria di padre,