Trattato di archeologia (Gentile)/Arte romana/II/Secondo periodo/Pittura/I

Pittura - Osservazioni generali. — Pittori greci.

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II - Pittura II - II
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I. Osservazioni generali. — Pittori greci.

Come la plastica, così la pittura greca invase Roma con le conquiste, e portò seco il suo carattere speciale, che era quello delle scuole che sursero alle corti delle città orientali, cui piaceva la rappresentazione patetica ed erotica. Naturalmente greci erano anche gli artisti. Timomaco di Bisanzio, ultimo rinomato pittore di scuola greca, dipinse ai tempi di Cesare; di lui erano assai pregiate alcune tavole rappresentanti Ajace, Medea, Oreste ed Ifigenia, soggetti, tolti dal ciclo tragico1. Seguono poi artisti di nome romano dei primi tempi dell’Impero. Alcuni imperatori furono dilettanti di pittura, quale Nerone, ed anche Adriano, cui piaceva trattare il piccol genere di natura morta, per cui si racconta che l’architetto Apollodoro gli [p. 307 modifica]abbia detto con disprezzo: «Va a dipinger zucche?» Anche M. Aurelio s’addestrò nel disegno, avendo avuto insegnamento da maestro greco, Diogneto.

Note

  1. Di Timomaco scrisse F. Brändstätter, Timomachos Werke und Zeitalter, Lipsia, 1889.