Trattato della Pittura (da Vinci)/Parte quinta - Delle ombrosità e chiarezze de' monti/799. Del corpo luminoso che si volta intorno senza mutazione di sito e riceve un medesimo lume da diversi lati e si varia in infinito
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799. Del corpo luminoso che si volta intorno senza mutazione di sito e riceve un medesimo lume da diversi lati e si varia in infinito
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Tu, pittore, non diminuire piú la prospettiva de’ colori che quella delle figure, dove tali colori si generano. E non diminuire piú la prospettiva lineale che quella de’ colori, ma seguita la diminuzione dell’una e dell’altra prospettiva, secondo le regole dell’ottavo e del settimo.
Ben è vero che nella natura la prospettiva de’ colori mai rompe la sua legge, e la prospettiva delle grandezze è libera, perché vicino all’occhio si troverà un piccolo colle e da lontano una montagna grandissima, e cosí degli alberi ed edifici.
L’oscurità delle tenebre è integral privazione di luce, e infra la luce e le tenebre, per essere loro quantità continua, viene ad esser variabile in infinito; cioè tra le tenebre e la luce è una potenza piramidale, la quale essendo sempre divisa per metà inverso la punta, sempre il rimanente è piú luminoso che la parte levata.