Trattato dell'imbrigliare, atteggiare e ferrare cavalli/Trattato 3/Capitolo 21
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Delli piedi forti, & ghiacciuoli, & che ancho havessero piena la cassa, & fussero ò poco, ò assai affritellati. Cap. XXI.
TRovansi unghie di color bianco, che sono forti, & sghiocciuole, hoggidì chiamate ghiacciuole, perche si spezzano tanto facilmente che sono à similitudine d’il ghiaccio, & massime quando il cavallo non pone il piede in terra uguale, overo, che l’unghia avanzasse il ferro. Però dico, che tal piede bisogna sia consideratamente ferrato, facendo che il ferro non sia senza altro aiuto imbordito, ne con rampone, nè creste, nè barbette; nè ancho si adoperi, come usano alcuni, chiodi da ghiaccio perche con simil cose ad un tratto si metterebbe in conquasso; ma si ben usisi ogni studio, perche ponga il piede uguale in terra, & non in bilancia, ne si faccia ancho il ferro riposare su i polsi; perche essendo esso troppo assettato, li daria passione, & tanta tal’hor, che saria facil cosa gli facesse creppare un quarto. Ma il ferro di lui, vuole essere uguale, & giusto al piede, dal mezo inanti, & dal mezo adietro grossetto, & da i lati d’honesta larghezza di verga. Et avanti che si metta il predetto ferro, bisogna giustarlo molto ben con l’unghia, la quale dee essere spuntata tutto quello, che sarà necessario, per far, c’habbia la proportione convenevole; & aprire le sue calcagna honestamente non intrando molto in esse. La palma poi se si trova haver bisogno d’aiuto per essere piena, si avertisca far di maniera, che volendo à quella giovare non si nuoccia all’altre parti, si come operano alcuni con fare il ferro per questo imbordito senza altro aiuto, la quale imbordiggione fa spezzare l’unghia, & allargare; & cosi la pianta si viene accostare più alla terra, & il pie poi tanto patisce, che il cavallo non se li può reggere sopra. Ma in vezze dell’imbordiggione voglio, che si faccia da i lati grossetto il ferro, & nel mezo sottile, che cosi operarà di dar luogho alla pienezza, senza nocumento dell’altre parti. Et quando si voglia porgere maggior commodità alla pienezza, si faccia il ferro, oltre l’essere sotile nel mezo, un poco imbordito, & da i lati di fuori una seghetta, che circondi la pianta, la quale sia un poco più alta. che non sarà la pancetta. Et con tal seghetta si opera ancho, che il cavallo non sliscierà così facilmente, & questo senza alcun nocumento del pie; & massimamente nelle parti più deboli, che sono le calcagna; perche si fa la grossezza di dietro uguale senza altro, che aguaglia l’altre parti. Volendosi etiamdio fare il ferro senza seghetta si può, con fare il suo cambio, che tutti i chiodi, che se gli pongono, siano d’honesta testa; acciò in opra rilevino alquanto. Et per fare tale effetto son buoni li chiodi Francesi, & se si vuole più rilevo, togliasi di quelli, ch’io dissi nel quinto capitolo, che adoperano Turchi. Di quelli da ghiaccio non dico; perche faria per mio giudicio troppo rilievo. Viensi ancho à far questo di buono, che non lasciano tal chiodi cosi facilmente slisciare il piede. Dunque conchiudendo dico, che molto bene al tutto si avertisca, & si miri sopra ogn’altra cosa, che l’imbordiggione non super gl’altri aiuti, & non tanto in questa sorte di pie, ma in ogn’altro, che siasi sghiocciuolo. Posto poi che s’haverà il ferro, che si vorrà in opera s’ha d’aguagliare l’unghia co’l coltello, & mazzo, facendo pulita con la raspa accio che non si manchi di quanto si dee, & ancho perche non si possa essere opposto d’alcuno. Et avertiscasi, che la grossezza del ferro nella parte di dietro non inganni; perche crescendo l’unghia, & non si frustando cosi facilmente il ferro, potria nocere al pie del cavallo; ma quando par sia bisogno rimetterlo si faccia.