Trattato dell'imbrigliare, atteggiare e ferrare cavalli/Trattato 2/Capitolo 7

Del maneggio detto volte radoppiate, così terra à terra, come à meza aria co'l cavaliere à cavallo in dissegno. Cap. 7.

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Del maneggio detto volte radoppiate, così terra à terra, come à meza aria co'l cavaliere à cavallo in dissegno. Cap. 7.
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Del maneggio detto volte raddoppiate, cosi a terra, a terra, come a meza aria, co'l cavaliere à cavallo in dissegno. Cap. VII.


VOlendo’l cavaliere maneggiar il cavallo con volte raddoppiate, cosi chiamate, perche si viene a voltare il cavallo più d’una volta per mano tondo tondo, cosi a terra, a terra, come a meza aria, dico che il cavaliero quando voglia farle far a meza aria che il cavallo dee essere aiutato di questo modo con non dargli la briglia in libertà, ne anco serrarlo in quella, & si mantenga a quel segno insin tanto che haverà finito le volte, che si vuol faccia, sol si pieghi il pugno alla banda che si volta. Et parimente se aiuti con la bacchetta, & voce honesta, cioè non troppo somessa ne anco molto terribile, ma così nella mediocrità, & queste due cose talhor siano tutte a un tempo usate, altre volte, hor l’una hor l’altra. Et le bacchettate siano date al fianco, ma meglio sarà nella pancia. Medesimamente se gli ponga alla pancia il speron ch’è dal lato dove non vien voltato, tenendo quello in quella parte sin tanto che non si resta di volteggiar da quella mano. Et la gamba del cavaliero ch’è da quel lato della volta, voglio si accosti la polpa di quella alla pancia del cavallo, acciò stia ben in lui unito. Et si avertisca che il cavallo finite le volte si trovi con tutti i piedi nel medemo luogo dove si levò nel cominciare. Quando poi si voglia faccia le volte a terra, a terra non dirò il modo che il cavaliero dee tener a far fare quelle, ma si ben come il cavallo dee farle bene. Et la causa perche questo taccio è perche io non voglio dir quello che è stato scritto da altri; ma non già tacerò de quelli maneggi che m’hanno dato luogo di poterne ragionare si come ho fatto per il passato, cosi anco non mancarò per lo avenir. Ma di questo dico ch’i piedi di dietro del cavallo non si muovano del circulo di mezo, fin tanto, che non haverà, finito quelle volte, che si vorrà. Et fatto, che si sia una, o due, o più volte, si come parerà bene, bisogna poi nell’istesso luogo dove era da prima, si trovi pe’l diritto con la fronte, & vita. Delle volte poi sarà più laudabile, & più sicuro a non ne fare se non due per mano in un luogo, & se si volesse farne dell’altre tro-

tarlo prima un poco avanti, & farne due altre per mano; il che facendosi

temperatamente, non preterirà il cavallo, d quello, che dee ne

per diffetto di lena, ne di forza, ne si cagionerà anchora, che

ei finisca da un lato, ne più indietro ma se alcuna vol-

ta passasse avanti il segno di quello dee (proceda

poi da qual si voglia causa) saria men

male, nondimeno egli è meglio,

ch’esso ritorni ove incomin-

ciò, che cosi facendo

verrà a far be-

ne.

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Disegni delli sudetti maneggi.