Trattato d'Amore (Cavalcanti, 1941)/LVIII

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LVII LIX
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LVIII

     L’attender ched’i’ faccio con paura,
mi tene in pensamento tuttavia,
ma la speranza, in che ’l mi’ cor disia,
4alcun pochetto in ciò mi rassicura.
Ché, sanza fallo, pena tanto dura
como l’attender non credo che sia,
né dolce medicina, in fede mia,
8come per isperar fare uom sicura

     la vita sua ne lo dolce pensero,
che a ciascuno amante dona Amore,
11senza lo qual sería morte la vita.
Similemente in me aggio partita
la dimoranza, ch’i’ faccio mant’ore,
14fuggendo la paura, e sperar chero.