Trattato completo di agricoltura/Volume II/Piante annuali leguminose, oleifere e tessili/10

Del Cotone

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del cotone.

§ 811. Tutti i trattati d’agricoltura parlano della coltivazione del cotone, ma io ritengo che questa pianta non possa annoverarsi fra le coltivazioni europee, perchè esige una somma di temperatura tale che non può aversi nemmeno nella Sicilia o nella Spagna meridionale.

Le varietà conosciute di cotone sono le seguenti:

1.° Cotone vivace od arborescente (gossypium arborescens); si coltiva al Brasile, nell’Asia meridionale, nelle provincie del sud degli Stati-Uniti e nel basso Egitto. La sua coltivazione può dirsi ristretta entro i tropici, poichè abbisogna di 5500° gradi circa di temperatura media, dopo la germinazione. La specie vivace che si coltiva nel basso Egitto ne esige soltanto 4500°.

2.° Cotone erbaceo (gossypium erbaceum), annuale, vuol esso pure 4000° gradi di calore per maturare le capsule.

3.° Cotone verde (gossypium siamense), pure erbaceo ed annuale.

4.° Cotone nanchino (gossypium siamense lana rufa), erbaceo, annuale. [p. 66 modifica]

Ambedue queste ultime varietà vogliono circa 3500 gradi di calore.

Ora se voi prendete la tabella delle temperature medie mensili a pag. 140, vol. I, troverete che nessun paese d’Italia può raggiungere una temperatura di 4000 gradi, dall’epoca in cui la temperatura superi i 13 in primavera, e che non scenda al di sotto di 15 in autunno; tutt’al più vi potranno maturare i primi fiori delle ultime varietà.

Ciononpertanto nei momenti del blocco continentale, Napoleone I, tentò d’introdurre in Europa e d’incoraggiare la coltivazione del cotone, e la si provò nel mezzodì della Francia, nella Spagna e nella bassa Italia, dove se ne coltiva ancora stante le gravezze sull’introduzione delle qualità estere.

Dappertutto in Europa può dirsi che non convenga introdurre il cotone nelle ordinarie coltivazioni, poichè il prodotto si riscontrò sempre tenue, la qualità più grossolana e ruvida, e le spese di coltivazione assai forti, non potendosi coltivare le qualità arborescenti, e perchè le qualità erbacee suppongono ogni anno un nuovo lavoro di preparazione del terreno, di semina e di coltura. L’agricoltura deve essere lucrativa, cioè deve fornirci il maggior prodotto netto possibile da una data superficie di terreno. Or bene, un ettaro nei paesi tropicali può dare per media 300 e più chilogrammi di cotone con una spesa di franchi 150 al più, e nel napolitano il prodotto medio sta verso i 150 chilogrammi con una spesa non minore di franchi 300 circa; finalmente il prezzo del cotone americano è quasi doppio di quello italiano, per la miglior qualità.

§ 812. Ma perchè non si dica che io voglia contrariare gli sforzi che si fanno per l’introduzione ed acclimatazione di prodotti esteri, cosa che io trovo lodevolissima e che già ci fornì molte utili piante, indicherò quale sia nel Brasile la coltura del cotone arborescente, e quale in Italia sia quella del cotone erbaceo; e per la prima mi atterrò a quanto riferisce il Ribeiro. Tale coltura, ei dice, è facilissima, e non esige che un terzo del lavoro di quello che vuolsi pel caffè e pel melgone. Si semina il cotone in settembre od in ottobre, affondando i grani nel terreno ad una distanza di 1m,50 a 2m,00 fra loro. Basta sarchiare una volta o due il terreno. Comincia a produrre fin dal primo anno. Nei primi cinque anni non si taglia, ma in seguito, dopo la raccolta delle capsule, si levano tutti i rami e parte del tronco. Il cotone dopo il [p. 67 modifica]taglio continua a produrre discretamente ancora per due anni, indi si rinnova la semina. La raccolta dura circa tre mesi, dal maggio all’agosto; si lasciano aprire e seccare le capsule, e si levano i quattro fascetti di cotone che contengono, senza staccarne il pericarpio; ma con ciò il cotone resta troppo tempo esposto all’umidità ed al polverio, per cui si rende di color giallastro alla superficie, ed in parte si stacca da sè e va perduto cadendo a terra.

La coltura italiana dei cotoni annuali richiede terreno buono e profondo, non argilloso nè sabbioso di troppo; presso al mare prospera meglio, forse perchè ama l’umidità, ed è perciò che esige l’irrigazione in estate. Si prepara il terreno in autunno; in primavera si concima e si fa un secondo lavoro. Si semina o si pianta quando la temperatura media sia di +12 circa. I semi si preparano ammolliti, oppure si trasportano le pianticelle seminate sopra letti caldi sino dal gennajo o dal febbrajo. Si semina in linea come il melgone lasciando 0m,30 circa fra pianta e pianta, e 0m,60 fra le linee. Si zappa e si rincalza onde sia possibile l’irrigazione. I primi fiori si mostrano in giugno e maturano le capsule nel luglio, le quali poi aprendosi mettono fuori il cotone. I semi restano nell’interno della capsula. Taluno suggerisce di troncare la pianta all’altezza di circa 0m,40 prima che fiorisca, e di cimarla in seguito onde meglio maturi i primi fiori, dei quali non se ne lasceranno più di 20 circa. Le capsule che maturano spontaneamente si colgono mano mano, e quelle che pel raffreddarsi della stagione non possono più oltre progredire nella maturanza, si tagliano unitamente alla pianta, che si sospende in luogo soleggiato ed asciutto, onde maturino forzatamente.

In qualunque modo intenderete quanto costosa sia per noi la coltivazione del cotone, quanto incerto ne sia il prodotto, e quanto scarso il reddito perchè nelle attuali condizioni possa essere adottato nelle grandi coltivazioni.