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il canto di lytierse
Cerere fertile, ricca di spighe, oh! fa che le porche
tornino bene a la falce e che rendano più che si possa.
Forte legate le manne, o legatori, non passi
uno che dica: — I me’ soldi! che uomini in legno di fico! —
Stia da la parte del taglio ver tramontana la bica,
ed a ponente vi guardi: così vi s’ingrossa la rappa.
Tempo di battere il grano, non fatelo il sonno a meriggio:
quella è l’ora che più da le spighe si stacca la paglia.
Ora di mietere quando la cappellaccia si desta:
quando la dorme, non più: con un pisolo l’ore de l’afa.
Vive, la rana, da re, quei giovani! Cerca dimolto
lei, chi mesca da bere. Ce n’ha che le giunge a la gola!
Léssale, tu fattore del fistolo, meglio le lenti:
non tagliarti le mani, segando un chicco in du’ pezzi.