Traduzioni e riduzioni/Dall'Odissea/L'eroe del dolore e l'eroe dell'odio
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l’eroe del dolore e l’eroe dell’odio
Ecco che l’anima me ravvisò del piè-rapido Achille
e lamentando parlò le parole dall’ali d’uccelli:
“O Laertìade, celeste Odissèo, che sai mille vie,
tristo, qual anche maggiore tu mediti impresa nel cuore?
Come nel Buio discendere osasti, ove privi di senso,
languidi spettri di lassi mortali, dimorano i morti?„
Questo diceva: quand’io ricambiando i suoi detti, gli dissi:
“Figlio di Pèleo, Achille, di gran lunga il miglior degli Achei:
venni per necessità di Tiresia, se qualche consiglio
desse che faccia me giungere ad Itaca, l’aspra di rupi:
chè non peranco ho toccato paese d’Achei, non peranco
sulla mia terra sbarcai, ma son sempre in affanni. Oh! nessuno
fu più felice di te, nè sarà mai per essere, Achille!
Prima, allorquando vivevi, l’onore che s’usa agli dei,
ti si rendeva, e frattanto tu stendi l’impero sui morti,
or che sei qui: nè da morto tu hai che rimpiangere, Achille!„