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il pianto di morte
Quando poi dalla battaglia t’avemmo portato alle navi,
noi ti ponemmo sul feretro e prima lavammo il tuo corpo
con tiepid’acqua, e t’ungemmo di balsamo, e molte all’intorno
lagrime calde versando gli Achei si tondevan le chiome.
Venne tua madre dal mare con l’altre immortali del mare,
come sentiva il messaggio, e sull’onde sorgeva un lamento
strano, infinito, e gli Achei tutti un tremito prese ai ginocchi.
Ed in un impeto andavano tutti alle concave navi,
se non l’eroe li teneva dal senno molteplice antico,
Nestore, donde anche prima il consiglio pareva il migliore:
che con prudenti parole parlò tra di loro dicendo:
“Piano, gli Argei! non fuggite, voi giovani figli d’Achei!
è la sua madre: dal mare, con le altre immortali del mare,
viene a vedere ed a piangere viene il suo figlio, ch’è morto!„
Questo egli disse e fermaron la fuga i magnanimi Achei.
Ti si disposero intorno le figlie del vecchio del mare,
miseramente piangendo e ti posero vesti immortali.
E tutte nove le Muse alternando la voce soave,
dissero il pianto di morte, che qui senza lagrime alcuno
tu degli Argei non vedevi: tant’era profondo quel canto.