Supplemento alla Storia d'Italia/CXXIV
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Parigi, 1 brumale anno 6 (22 Ottobre 1797)
CXXIV - Al Generale Bonaparte.
Gli ultimi momenti del mio soggiorno a Passeriano avevano profondamente afflitto il mio cuore. Idee crudeli mi hanno accompagnato sino alle porte del Direttorio; ma esse si sono dissipate con sommo mio piacere, quando l’ho ritrovato tale quale io lo aveva lasciato intorno a voi, e come ve lo aveva di già dipinto pieno di ammirazione, e, ardisco dirlo, di tenerezza per la vostra persona! Con quale sollecitudine interessante tutti s’informavano con trasporto e della vostra salute e di tutto ciò che vi riguarda, e di tutto ciò che vi circonda! Quale contrasto faceva quella lettera crudele, della quale mi avevate incaricato con le dolci effusioni dell’amicizia! Io son franco, e sincero cittadino Generale, e vi assicuro che voi siete in inganno sul conto del Direttorio: forse il governo commette molti errori, forse non ha sempre le vedute su gli affari così giuste come le vostre; ma con qual docilità repubblicana egli non ha ricevute le vostre osservazioni!
Le tre armate del Nord, del Reno, di Sambra e Mosa non formano più che l’armata di Germania. Augerau... Ma siete voi che l’avete inviato: l’errore del Direttorio è vostro. Bernadotte... Egli si trova presso di voi. Cacault... è richiamato. Dodici mila uomini... essi sono in marcia. Il trattato di Sardegna... è ratificato. Bourienne... è cassato. La rivoluzione... è aggiornata.
Illuminate dunque, cittadino Generale, il Direttorio.
Io son penetrato della bontà di cui meco siete stato prodigo: ne serberò per tutta la mia vita una viva riconoscenza; la quale cercherò di testificarvi dicendovi la verità. Non esiste alcuna di quelle nubi, delle quali mi parlavate con tanta amarezza; i cuori son puri, e senza macchia. Io lo ripeto, essi han bisogno d’istruzione, e l’aspettano da voi.
Botot Segretario particolare del Dirett.
Barras.