Studi storici sul centro di Firenze/Il centro di Firenze nel 1427/XIII

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Il centro di Firenze nel 1427 - XII Il centro di Firenze nel 1427 - XIV

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XIII.

Gli Agli, i Panciatichi, i Brunelleschi, gli Arrigucci coi loro palazzi forti ed eleganti occuparono questo ceppo di case del quale faceva parte un’altra delle più vetuste chiese di Firenze, pur essa soppressa nel 1785 e pur essa trasformata in guisa che oggi se ne cercherebbero invano i resti.

San Leone, volgarmente e comunemente detta San Leo, sorgeva sulla piazzetta che allora aveva nome da lei e che più tardi si è chiamata dei Brunelleschi e dei Marroni; aveva la fronte volta a mezzogiorno prospettando le case degli Arrigucci e da tergo confinava con varie case degli Arrigucci e dei Brunelleschi passati circa il 1450 nei figli di Ludovico Boni1.

San Leo era ricca d’oggetti d’arte e sulla sua facciata vedevansi, oltre ad un arca sepolcrale de’ Brunelleschi due stupendi leoni di marmo, posti forse per allusione al titolo della chiesa2.

L’attuale grandioso palazzo dei Marchesi Medici, stato precedentemente degli Altoviti e innanzi ancora dei Ricci, fu formato riunendo una quantità di case che qui e nelle adiacenti strade possedeva la potente consorteria degli Agli3. Quelle corrispondenti in Piazza dei Brunelleschi furono anche degli Arrigucci. Un vicolo tortuoso e frastagliato di case e di torri divideva i possessi degli Agli dal palagio dei Panciatichi e dalle case dei Boni già dei Brunelleschi e sboccava in Piazza di S. Leo di fianco alla chiesa.

Delle case dei Panciatichi e dei Boni non resta che il ricordo, e lo spazio che esse occupavano fu adoperato per allargare la Via anticamente detta dei Guidalotti e poi dei Boni e per formare dinanzi al grandioso palazzo ampliato e, si può dire riedificato, dagli Orlandini, un elegante giardinetto che oggi serve ad uso di birreria4.

Il palazzo dei Panciatichi fu il primo che questa famiglia abitò giunta appena a Firenze da Pistoia donde si ritrasse per cagione della rabbia delle fazioni e doveva essere assai grande e ricco 5.


Note

  1. [p. 60 modifica]Ai Boni, ricchi setajoli passarono molte delle case dei Brunelleschi e tra le altre il «sito d’osteria detto la Vacca» compreso dipoi nel fabbricato del Ghetto. I Boni si estinsero nel 1644 lasciando eredi i Michelozzi.
  2. [p. 60 modifica]Dove andassero i due leoni, la bella tavola dell’altare dei Brunelleschi e in generale le molte opere d’arte che decoravano le chiese di Mercato Vecchio è ignoto. Forse furono vendute e molte saranno ora a rappresentare la bell’arte fiorentina dei secoli d’oro, nei musei stranieri.
  3. [p. 60 modifica]Nel palazzo degli Agli furono incorporate varie case che erano state acquistate dagli Arrigucci ed altre dai Panciatichi. Il palazzo aveva la facciata dipinta da Andrea Feltrini che primo usò le decorazioni a graffito venute poi tra noi in gran moda, specialmente per opera di Bernardino Poccetti.
  4. [p. 60 modifica]Nel 1803 furono abbattute le case dei Panciatichi e dei Boni per creare il giardino che nel 1830 fu alquanto diminuito per allargare la strada.
  5. [p. 60 modifica]Ebbero i Panciatichi oltre a questo palazzo che Bartolommeo ricostruì ed abbellì nel 1538, un altro palazzo comprato dai Tempi e poi incorporato nel palazzo Orlandini e diverse altre case prossime a quelle degli Agli e dei Del Beccuto nel Chiasso che andava a Piazza Padella.