Studi storici sul centro di Firenze/Il centro di Firenze nel 1427/III

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Il centro di Firenze nel 1427 - II Il centro di Firenze nel 1427 - IV
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III.

Via dei Tornabuoni, Via degli Strozzi, Via dei Pescioni, Via dei Corsi limitano questo terzo gruppo di fabbricati che oggi sono di proprietà del Marchese Corsi.

Non uno di quei nomi di strade è antico. Via dei Tornabuoni si diceva da’ Tornaquinci ed anche Via de’ Belli Sporti, forse dagli sporti di alcuno de’ palazzi della consorteria dei Tornaquinci; Via degli Strozzi era la Via tra’ Ferravecchi, Via dei Pescioni si diceva Via delle Stelle e la Via de’ Corsi Via Salicciuola ed anche Via Bertelda.

Nel centro dell’ampio rettangolo, corrispondente press’a poco al cortile dell’attuale palazzo, era la Piazza o corte dei Tornaquinci, alla quale si accedeva per vari chiassoli. I palazzi e le case dei Tornaquinci e dei loro consorti occupavano gran parte di questi fabbricati, specialmente dai lati delle attuali Vie dei Tornabuoni e degli Strozzi. Nè le loro fabbriche si limitavano a queste; ma erano poste altresì sul luogo del palazzo Strozzi, come abbiamo già visto, dal lato opposto della Via dei Tornabuoni fra Via della Spada e il palazzetto Giacomini, nella Vigna, ecc. I Tornaquinci, Tornabuoni, Popoleschi, Cardinali, Giachinotti e Marabottini che discendevano da una stessa famiglia e che si divisero per ragione specialmente delle fazioni dei Guelfi e dei Ghibellini e delle lotte fra Grandi e Popolani1, erano di altissima potenza ed oltre ai molti possessi di Firenze, altri ne ebbero ed in gran numero in campagna, soprattutto nei piani che si estendono fra Montughi, Sesto e l’Arno2.

La storia di queste famiglie è d’un’importanza grandissima e nei fasti della repubblica fiorentina figurano con grande onore un numero straordinario di personaggi discesi da questa consorteria. Due delle più importanti chiese di Firenze, S. Maria Novella ed Ognissanti sursero sopra terreni generosamente regalati dai Tornaquinci, che le loro ricchezze spesso adoperarono per edificare ed abbellire le chiese della città e del contado.

Appartenente all’intera consorteria e posta accanto ad un forte [p. 29 modifica]torione, dinanzi alla loro piazzuola e sull’angolo che sporgeva sulla Via Larga dei Legnaioli3 di fianco al palazzo Strozzi era la Loggia dei Tornaquinci, una delle più importanti e più frequentate di Firenze. Erano il portato di un’usanza tutta fiorentina queste logge che soltanto le nobili famiglie, e non molte fra loro, inalzarono fra il XIII e il XV secolo, logge che servivano alle private riunioni, a feste ed a conviti e che furono talvolta perfino sicuro asilo ai colpevoli ricercati dalla giustizia. L’eleganti e gaie riunioni che oggi si farebbero nelle sale, si tenevano colà nelle quiete e calde sere d’estate. Là si festeggiava con canti e suoni il poetico Calendimaggio, là si trattavano i matrimoni e se ne festeggiava l’avvenimento, si onoravano quei che dalle milizie tornavano alla famiglia, e, mesto contrasto alle festevoli riunioni, si facevano i conviti funebri in occasione della morte di persone della famiglia, cui la loggia apparteneva.

Quella dei Tornaquinci, trasformata alla fine del XV secolo, quando Giovanni di Francesco Tornabuoni4 fece di varie casette una casa grande e bella5, venne successivamente ricostruita più piccola col disegno di Lodovico Cardi di Cigoli, abilissimo pittore ed architetto assai elegante. Questa loggia collo stesso disegno del Cigoli fu recentemente ricostruita dal lato opposto del palazzo, sull’angolo di Piazza degli Antinori, quando allargandosi la strada, i marchesi Corsi, attuali proprietari dell’ampio fabbricato, ne rifecero la facciata col disegno dell’architetto Telemaco Buonajuti.

Accanto alle case dei Tornaquinci e loro consorti furono dal lato della via, che oggi si dice dei Corsi, altre case importanti. Sull’angolo n’ebbero una i Tebalducci Giacomini, prospettante l’altra loro che più tardi abbellirono della vaghissima facciata del Dosio6. Accanto, difaccia alla porta di fianco di S. Michele Berteldi, fu una casa che nel XIV secolo apparteneva ai Giambullari, la famiglia dello storico così giustamente apprezzato e che appartenne dipoi ai Falconi.

Vaghissima poi è la facciata dell’antico palazzetto Sertini7 per quanto le sue belle forme fossero alquanto alterate, quando alla fine del XVI secolo si abbatterono li sporti e la facciata fu rifatta più indietro. Sparvero così i bellissimi graffiti ornamentali, de’ quali veggonsi oggi le tracce nella parte inferiore della fabbrica8.

Prossime a quella dei Sertini ed in Via delle Stelle, oggi dei Pescioni, erano le case degli Attavanti o Ottavanti, antichissima famiglia venuta a Firenze da Castel Fiorentino9. La Via delle Stelle imboccava in Via dei Ferravecchi, passando disotto ad una volta detta delle Stelle, forse per essere stata dipinta d’azzurro stellato10.



Note

  1. [p. 36 modifica]I Tornaquinci furono tra le più potenti famiglie Ghibelline del Sesto di S. Brancazio. I Tornabuoni si separarono da loro nel 1393: i Popoleschi si separarono e si fecero di popolo nel 1364 e 1370; i Giachinotti nel 1479
  2. [p. 36 modifica]Ebbero parecchie ville e molti terreni nella località che si dice il Chiasso Macerelli sotto Careggi e furono patroni della Pieve di S. Stefano in Pane. Molti possessi ebbero a Nuovoli, a Brozzi, presso Sesto e a Prato
  3. [p. 36 modifica]Via Larga dei Legnajoli andava dalla Piazzola de’ Tornaquinci a Piazza di S. Trinità e nel XV secolo era la strada più ampia di Firenze. Oggi è detta Via dei Tornabuoni
  4. [p. 36 modifica]Questo Francesco Tornabuoni fece a sue spese dipingere da Domenico Ghirlandaio il coro di S. Maria Novella. Era sua sorella Madonna Lucrezia moglie di Piero di Cosimo de’ Medici donna illustre per domestiche virtù, per grande eloquenza e per essere valentissima poetessa, tanto che a que’ tempi fu detta Lucrezia plusquam perfecta
  5. [p. 36 modifica]Vedi la decima del Lion Bianco anno 1469... «le quali case ha tutte rigettate per terra e fattane una casa di nuovo Giovanni ecc...». Fu architetto della nuova fabbrica Michelozzo Michelozzi
  6. [p. 36 modifica]Oggi palazzetto dei conti De Larderel
  7. [p. 36 modifica]Ebbero origine da un Ser Tino di Ser Vermiglio originario di Castel Fiorentino. Stavano già nel popolo di S. Piero Scheraggio. Si estinsero nel 1625
  8. [p. 36 modifica]Giulio De Nobili che aveva acquistato il palazzetto dei Sertini, fu esentato dal demolire lo sporto «perchè detto sporto è bello e di pietra e posto in luogo che a persona alcuna non da noja nè occupa dirittura di strada» Ciò si legge in una filza di suppliche indirizzate ai Capitani di Parte, in data 11 agosto 1577. Però non sembra che successivamente riuscisse ai proprietari di sottrarsi alla legge che ordinava la demolizione di tutti gli sporti delle case
  9. [p. 36 modifica]Si dice che di loro fosse S. Verdiana protettrice di Castel Fiorentino
  10. [p. 36 modifica]Presso questa volta fu una casa dei Pollini che stavano in Piazza S. Maria Novella. Essi discendevano da Cione fondatore dello spedale della Scala ed erano padroni del Castello di Monte Cascioli presso la Pieve a Settimo