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rione, dinanzi alla loro piazzuola e sull’angolo che sporgeva sulla Via Larga dei Legnaioli3 di fianco al palazzo Strozzi era la Loggia dei Tornaquinci, una delle più importanti e più frequentate di Firenze. Erano il portato di un’usanza tutta fiorentina queste logge che soltanto le nobili famiglie, e non molte fra loro, inalzarono fra il XIII e il XV secolo, logge che servivano alle private riunioni, a feste ed a conviti e che furono talvolta perfino sicuro asilo ai colpevoli ricercati dalla giustizia. L’eleganti e gaie riunioni che oggi si farebbero nelle sale, si tenevano colà nelle quiete e calde sere d’estate. Là si festeggiava con canti e suoni il poetico Calendimaggio, là si trattavano i matrimoni e se ne festeggiava l’avvenimento, si onoravano quei che dalle milizie tornavano alla famiglia, e, mesto contrasto alle festevoli riunioni, si facevano i conviti funebri in occasione della morte di persone della famiglia, cui la loggia apparteneva.

Quella dei Tornaquinci, trasformata alla fine del XV secolo, quando Giovanni di Francesco Tornabuoni4 fece di varie casette una casa grande e bella5, venne successivamente ricostruita più piccola col disegno di Lodovico Cardi di Cigoli, abilissimo pittore ed architetto assai elegante. Questa loggia collo stesso disegno del Cigoli fu recentemente ricostruita dal lato opposto del palazzo, sull’angolo di Piazza degli Antinori, quando allargandosi la strada, i marchesi Corsi, attuali proprietari dell’ampio fabbricato, ne rifecero la facciata col disegno dell’architetto Telemaco Buonajuti.

Accanto alle case dei Tornaquinci e loro consorti furono dal lato della via, che oggi si dice dei Corsi, altre case importanti. Sull’angolo n’ebbero una i Tebalducci Giacomini, prospettante l’altra loro che più tardi abbellirono della vaghissima facciata del Dosio6. Accanto, difaccia alla porta di fianco di S. Michele Berteldi, fu una casa che nel XIV secolo apparteneva ai Giambullari, la famiglia dello storico così giustamente apprezzato e che appartenne dipoi ai Falconi.

Vaghissima poi è la facciata dell’antico palazzetto Sertini7 per quanto le sue belle forme fossero alquanto alterate, quando alla fine del XVI secolo si abbatterono li sporti e la facciata fu rifatta più indietro. Sparvero così i bellissimi graffiti ornamentali, de’ quali veggonsi oggi le tracce nella parte inferiore della fabbrica8.

Prossime a quella dei Sertini ed in Via delle Stelle, oggi dei Pescioni, erano le case degli Attavanti o Ottavanti, antichissima famiglia venuta a Firenze da Castel Fiorentino9. La Via delle Stelle imboccava in Via dei Ferravecchi, passando disotto ad una volta detta delle Stelle, forse per essere stata dipinta d’azzurro stellato10.