Storia di una capinera/XXXIX
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25 Luglio.
L’ho veduto, Marianna! l’ho veduto! Ho provato quest’altro spasimo! Che Dio sia benedetto!...
Egli passava insieme ad altri amici suoi.... Non ha levato nemmeno gli occhi.... Non si è forse rammentato che in questo convento ci doveva essere la sua Maria.... la sua povera Maria di Monte Ilice, che è pallida, che piange, che trema di freddo, che muore, che lo ha sempre qui nel cuore.... le scintille che scaturivano dai miei occhi non l’hanno abbarbagliato.... parlava, rideva, aveva il sigaro in bocca, e il fumo saliva verso la mia finestra.... l’ho visto, sì, sì, lui, il suo viso, i suoi abiti, i suoi movimenti, e ho avuto paura di quell’uomo che rideva, che fumava, che discorreva coi suoi amici.... non era una cosa orribile, mostruosa?...
Poi è sparito; ha svoltato il canto di un’altra via, e non l’ho più visto.... Tutta quella gente seguitava a passeggiare, a discorrere, a divertirsi.... e non s’accorgeva che lui non c’era più!... Dov’era? dov’è andato?... a casa sua? da mia sorella.... da sua moglie!....
Ah! vorrei essere tigre! vorrei essere demonio! vorrei strapparmi a brani queste carni! vorrei avvelenare colla mia disperazione quest’aria! accecare col mio lutto questo sole!...
Maledizione! maledizione su me, su lui, su tutti!... Oh! Dio, Dio! Che volete da me?