Storia della letteratura italiana (Tiraboschi, 1822-1826)/Tomo V/Presentazione

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[p. 1 modifica]STORIA DELLA LETTERATURA ITALIANA Dall anno mccc fino ali anno ucccc. Non v’ebbe per avventura secolo alcuno in cui l’Italia da domestiche e da esterne guerre e da strane rivoluzioni d’ogni maniera fosse così agitata e sconvolta, come in quello di cui ora prendiamo a scrivere. L’idea che, secondo il nostro costume, ne daremo tra poco, cel proverà chiaramente. E nondimeno a questo secolo stesso vedremo l’italiana letteratura sorger sempre più lieta; fra’ ’l tumulto dell’armi passeggiar sicure le Muse; e dalle rovine delle città e delle provincie rinascere a nuova vita le scienze. Gli Estensi, i Visconti, i Carraresi, i Gonzaga , gli Scaligeri, i Correggeschi, i Mala testa ed altri Signori di diverse città d’Italia, mentre armati gli uni contro gli altri si disputavan l’impero, pareano gareggiare insieme gli uni contro gli altri nel fomentare gli studj, nell’onorare i dotti, nell’aprir pubbliche scuole, Tiraboschi, Voi. V i [p. 2 modifica]a nell’avvivare le arti. E quella rivalità medesima che, stimolandogli a superare i loro competitori, rendeva il lor potere e le loro forze funeste a tanti miseri cittadini, faceagli ancor rivolgere la loro magnificenza a vantaggio e ad onor delle lettere e dei loro coltivatori. Un genio grande e sublime che sorse di questi tempi in Italia, fu in gran parte l’autore del lieto stato a cui giunse l’italiana letteratura. Ai principi italiani non meno che agli stranieri ci fe’ conoscere in qual pregio si dovessero avere le scienze, ed ei fu il primo che da’ principi e italiani e stranieri ricevesse premii ed onori che ad uomo dotto non eransi forse mai conceduti ne’ secoli addietro. Ognun vede che io parlo del gran Petrarca (*) che in questo tomo ci dirà ad ogni passo ampio e luminoso argomento di storia. Egli poeta, oratore, filosofo, geografo, storico, antiquario illustrò ogni scienza , e in ogni scienza ebbe imitatori e discepoli: sollevato ad altissimi onori, additò agli altri la strada con cui giugnere a conseguirli; e accese in molti quell’entusiasmo per la gloria (*) All’occasione del nominar che qui fo per la prima volta il gran Petrarca , debbo avvertire che il sig. D. Jacopo Morelli veneziano, la cui erudizione c la cui amicizia mi è stata di sommo vantaggio , possiede copia di parecchie lettere di esso tratte da un antico codice del secolo xiv, di cui egli mi ha cortesemente comunicati alcuni estratti, e io ne farò uso talvolta in queste mie giunte, chiamandole le Lettere del codice Morelliano. « Non è già copia , ma è lo stesso codice del secolo xiv contenente le Lettere inedite del Petrarca , che si conserva presso il detto sig. D. Jacopo Morelli diligentissimo raccoglitore di tali codici ». [p. 3 modifica]3 della sua patria, di cui egli era compreso, in un secolo più tranquillo, quanto più lieti frutti avrebbe raccolti Y Italia e dalla munificenza de’ suoi Signori nel promuover le scienze , e dall’ardore de’ dotti nel coltivarle l E nondimeno quelli che ella raccolsene, furono tali, che gl’ingegni italiani di questa età furono oggetto di maraviglia e di emulazione alle provincie straniere. Facciamoci a svolgere a parte a parte, come nel tomo precedente si è fatto, questo argomento, e gli onori che vedrem conceduti a’ nostri antenati giovino a farci amare e stimare la patria in cui essi nacquero.