<dc:title> Storia della letteratura italiana </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Girolamo Tiraboschi</dc:creator><dc:date>1822</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Storia_della_letteratura_italiana_(Tiraboschi,_1822-1826)/Tomo_V/Presentazione&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20190309212054</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Storia_della_letteratura_italiana_(Tiraboschi,_1822-1826)/Tomo_V/Presentazione&oldid=-20190309212054
Storia della letteratura italiana - Presentazione Girolamo TiraboschiTiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu
[p. 1modifica]STORIA
DELLA
LETTERATURA ITALIANA
Dall anno mccc fino ali anno ucccc.
Non v’ebbe per avventura secolo alcuno
in cui l’Italia da domestiche e da esterne guerre
e da strane rivoluzioni d’ogni maniera fosse
così agitata e sconvolta, come in quello di cui
ora prendiamo a scrivere. L’idea che, secondo
il nostro costume, ne daremo tra poco, cel
proverà chiaramente. E nondimeno a questo secolo stesso vedremo l’italiana letteratura sorger sempre più lieta; fra’ ’l tumulto dell’armi
passeggiar sicure le Muse; e dalle rovine delle
città e delle provincie rinascere a nuova vita le
scienze. Gli Estensi, i Visconti, i Carraresi, i
Gonzaga , gli Scaligeri, i Correggeschi, i Mala testa ed altri Signori di diverse città d’Italia,
mentre armati gli uni contro gli altri si disputavan l’impero, pareano gareggiare insieme gli
uni contro gli altri nel fomentare gli studj, nell’onorare i dotti, nell’aprir pubbliche scuole,
Tiraboschi, Voi. V i [p. 2modifica]a
nell’avvivare le arti. E quella rivalità medesima
che, stimolandogli a superare i loro competitori, rendeva il lor potere e le loro forze funeste a tanti miseri cittadini, faceagli ancor
rivolgere la loro magnificenza a vantaggio e ad
onor delle lettere e dei loro coltivatori. Un genio grande e sublime che sorse di questi tempi
in Italia, fu in gran parte l’autore del lieto
stato a cui giunse l’italiana letteratura. Ai principi italiani non meno che agli stranieri ci fe’
conoscere in qual pregio si dovessero avere le
scienze, ed ei fu il primo che da’ principi e
italiani e stranieri ricevesse premii ed onori che
ad uomo dotto non eransi forse mai conceduti
ne’ secoli addietro. Ognun vede che io parlo
del gran Petrarca (*) che in questo tomo ci
dirà ad ogni passo ampio e luminoso argomento di storia. Egli poeta, oratore, filosofo,
geografo, storico, antiquario illustrò ogni scienza , e in ogni scienza ebbe imitatori e discepoli: sollevato ad altissimi onori, additò agli
altri la strada con cui giugnere a conseguirli;
e accese in molti quell’entusiasmo per la gloria
(*) All’occasione del nominar che qui fo per la prima
volta il gran Petrarca , debbo avvertire che il sig. D. Jacopo Morelli veneziano, la cui erudizione c la cui amicizia mi è stata di sommo vantaggio , possiede copia di
parecchie lettere di esso tratte da un antico codice del
secolo xiv, di cui egli mi ha cortesemente comunicati
alcuni estratti, e io ne farò uso talvolta in queste mie
giunte, chiamandole le Lettere del codice Morelliano.
« Non è già copia , ma è lo stesso codice del secolo xiv
contenente le Lettere inedite del Petrarca , che si conserva presso il detto sig. D. Jacopo Morelli diligentissimo raccoglitore di tali codici ». [p. 3modifica]3
della sua patria, di cui egli era compreso,
in un secolo più tranquillo, quanto più lieti
frutti avrebbe raccolti Y Italia e dalla munificenza de’ suoi Signori nel promuover le scienze , e dall’ardore de’ dotti nel coltivarle l E
nondimeno quelli che ella raccolsene, furono
tali, che gl’ingegni italiani di questa età furono
oggetto di maraviglia e di emulazione alle provincie straniere. Facciamoci a svolgere a parte
a parte, come nel tomo precedente si è fatto,
questo argomento, e gli onori che vedrem conceduti a’ nostri antenati giovino a farci amare
e stimare la patria in cui essi nacquero.