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a nell’avvivare le arti. E quella rivalità medesima che, stimolandogli a superare i loro competitori, rendeva il lor potere e le loro forze funeste a tanti miseri cittadini, faceagli ancor rivolgere la loro magnificenza a vantaggio e ad onor delle lettere e dei loro coltivatori. Un genio grande e sublime che sorse di questi tempi in Italia, fu in gran parte l’autore del lieto stato a cui giunse l’italiana letteratura. Ai principi italiani non meno che agli stranieri ci fe’ conoscere in qual pregio si dovessero avere le scienze, ed ei fu il primo che da’ principi e italiani e stranieri ricevesse premii ed onori che ad uomo dotto non eransi forse mai conceduti ne’ secoli addietro. Ognun vede che io parlo del gran Petrarca (*) che in questo tomo ci dirà ad ogni passo ampio e luminoso argomento di storia. Egli poeta, oratore, filosofo, geografo, storico, antiquario illustrò ogni scienza , e in ogni scienza ebbe imitatori e discepoli: sollevato ad altissimi onori, additò agli altri la strada con cui giugnere a conseguirli; e accese in molti quell’entusiasmo per la gloria (*) All’occasione del nominar che qui fo per la prima volta il gran Petrarca , debbo avvertire che il sig. D. Jacopo Morelli veneziano, la cui erudizione c la cui amicizia mi è stata di sommo vantaggio , possiede copia di parecchie lettere di esso tratte da un antico codice del secolo xiv, di cui egli mi ha cortesemente comunicati alcuni estratti, e io ne farò uso talvolta in queste mie giunte, chiamandole le Lettere del codice Morelliano. « Non è già copia , ma è lo stesso codice del secolo xiv contenente le Lettere inedite del Petrarca , che si conserva presso il detto sig. D. Jacopo Morelli diligentissimo raccoglitore di tali codici ».