<dc:title> Storia della letteratura italiana </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Girolamo Tiraboschi</dc:creator><dc:date>1822</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Storia_della_letteratura_italiana_(Tiraboschi,_1822-1826)/Tomo_II/Indice_e_sommario&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20190307221523</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Storia_della_letteratura_italiana_(Tiraboschi,_1822-1826)/Tomo_II/Indice_e_sommario&oldid=-20190307221523
Storia della letteratura italiana - Indice e sommario Girolamo TiraboschiTiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu
[p. xxiimodifica]INDICE E SOMMARIO
DEL
TOMO SECONDO
DISSERTAZIONE PRELIMINARE
Dissertazione. preliminare
Sull’origine del decadimento delle Scienze.
Stato della questione. I. La munificenza dei principi
non basta a render fiorente lo stato della letteratura.
II. L’indole del governo non può esser sola cagione
delle vicende della letteratura. III. Nè la decadenza di
essa si può attribuir solo all5 invasione de’ Barbari.
IV. Nè al pubblico libertinaggio. V. Neppur tutte queste ragioni insieme congiunte bastano a formarne la
vera origine. VI. Il ripeterla dal cattivo gusto dominante non è sciogliere la questione. VII. Opinione dell’ab. du Bos che la attribuisce a ragioni fisiche. VIII. Ragioni da lui addotte a provarla. IX. Qual parte possa
in ciò avere il clima. X. La rapidità dei progressi dell’arti non favorisce questa opinione. XI. Nè basta a
provarla l’addotta insufficienza delle cagioni morali.
XII. Nè le circostanze del doppio decadimento della
letteratura avvenuto in Italia. XIII. Nè il veder le stesse
vicende comuni ad ogni genere di belle arti. XIV. Si
osservano tre diverse maniere nelle quali la letteratura
può decadere, e prima per l’indebolimento degl’ingegni. XV. Si mostra insussistente il preteso illanguidimento della natura. XVI. Nè si può attribuire alla varietà del medesimo clima il diverso stato della letteratura.
XVII. Come non si può ad essa attribuire la diversità
dei costumi ne’ diversi secoli. XVIII. A che cosa si
possa ridurre l’influenza del clima nella letteratura.
XIX. Altre due maniere di decadenza, cioè quando [p. xxiiimodifica]xxm
poco si coltivano gli studj, e quando si coltivano con
cattivo gusto. XX. Qual parte abbia nella prima la munificenza de’ principi. XXI. La quale però (talvolta si
stende solo a qualche ramo di letteratura. XXII. Ragioni che posson rendere inutile il favor dei sovrani
verso le lettere. XXIII. Esse sono il libertinaggio de’
costumi e la viziosa educazione. XXIV. La calamità
dei tempi. XXV. La mancanza dei mezzi per coltivare
gli studj. XXVI. Terza maniera di decadenza, cioè
(quando s’introduce un reo gusto: origine di essa.
XXVII. La decadenza dell’amena letteratura nel secolo
scorso ebbe la stessa origine che quella dopo la morte
di Augusto. XXVIII. Per qual ragione quella dello
scorso secolo durasse poco. XXIX. E quella più antica
fosse di sì lunga durata. XXX. Si osserva che per tanti
secoli non vi è stato uno scrittore di tersa latinità.
XXXI. Se ne ripete la ragione singolarmente dall’irruzione dei Barbari. XXXII. E si conferma coll’osservare quando si ricominciasse a scrivere con eleganza. XXXIII. Ragioni per le quali in ciò si procedette
così lentamente. XXXIV. Altre cagioni del medesimo
fatto. XXXV. Introduzion della stampa quanto abbia
giovato all’eleganza dello stile. XXXVI. Scrupolosità
nello scrivere de’ primi ristoratori di questa eleganza.
XXXVII. Conclusione.
LIBRO PRIMO
Pag. 55
Letteratura de’ Romani dalla morte di Augusto
fino a quella di Adriano.
Capo I.
Pag. 58
Idea generale dello stato civile e letterario dal principio
di Tiberio fino alla morte di Adriano.
I. Principj dell’impero di Tiberio felici allo Stato
e alla letteratura. II. Ei divien poscia crudele: folla
d’iniqui delatori. III. La crudeltà di Tiberio si stende [p. xxivmodifica]XXIV
anche agli uomini di lettere. IV. Caligola succede a
Tiberio, e ne imita gli esempj. V. Uomini dotti da lui
perseguitati ed uccisi. VI. Claudio successor di Caligola non ostante la sua stupidezza coltiva le lettere.
VII Opere da lui scritte. VIII. Tenta di aggiugner
nuove lettere all’alfabeto: suoi studj filosofici. IX. Carattere e condotta di Nerone: suoi studj giovanili. X. Impero di Galba, di Ottone, di Vitellio, di Vespasiano,
e di Tito: elogio dei due ultimi. XI. Impero di Domiziano e sua condotta riguardo ai letterati. XII Impero
di Nerva e di Traiano: elogio del secondo. XIII. Carattere di Adriano. XIV. Per qual ragione in tempi sì calamitosi si continuasse nondimeno a coltivar con fervore
gli studj.
Capo II. *
Pag. 87
Poesia.
I. Decadimento della poesia dopo la morte di Augusto, e origine di esso. II. Notizie ed elogio di Germanico. III. Sue opere poetiche. IV. Vita di Lucano,
e sua infelice morte. V. Diversi giudizj de’ dotti intorno alla sua Farsalia. VI. Esame dei pregi che in
essa ravvisa M. Marmontel. VII. Giudizio che ne dà
M. de Voltaire. VIII. Riflessioni sullo stile di Lucano.
IX. Polla Argentaria di lui moglie e poetessa. X. Notizie di Valerio Flacco e del suo poema. XI. Il padre
di Stazio era stato valoroso poeta. XII. Primi studi di
Stazio: onori da lui ottenuti: sua morte. XIII. Sue
poesie e loro carattere. XIV. Notizie di Silio Italico.
XV. Suo poema. XVI. Grandi controversie intorno a
Petronio e alla sua Satira. XVII. Chi egli fosse. XVIII. A
qual tempo vivesse. XIX. Se fosse romano, o francese.
XX. Suoi frammenti da chi trovati e pubblicati. XXI. Altri pretesi frammenti scoperti. XXII. Notizie di Persio.
XXIII. Sue Satire in qual pregio debbano aversi.
XXIV. Notizie di Giovenale. XXV. Epoche principali
della sua vita. XXVI. Paragone delle sue Satire con
quelle di Orazio. XVII Notizie della vita di Marziale.
XXVIII. Qual giudizio debba darsi de’ suoi Epigrammi.
XXIX. Più altri poeti men conosciuti. XXX. Errori di [p. xxvmodifica]XXV
alcuni scrittori nel ragionare di Giulio Montano e di
Senzio Augurino. XXXI. Valerio Pudente poeta giovinetto. XXXII. Gran numero di poeti eh’era allora in
Roma, e ragione di ciò. XXXIII. Stato infelice della
poesia teatrale in Roma. XXXIV. Notizie di diversi
scrittori di tragedie e di commedie. XXXV. Chi sia il
Seneca autor delle Tragedie sotto il nome di lui pubblicate. XXXVI. Diversi sentimenti su’ diversi autori di
esse. XXXVII. Loro carattere.e loro stile.
Capo IIL
Pag. i5g
1. Ragioni principali del decadimento dell’eloquenza
dopo la morte di Augusto. II. Dialogo antico su questo argomento, non è autore nè Tacito, nè Quintiliano.
III. Nè Marco Apro. IV. Nè Materno. V. Vizi dell’eloquenza di quei tempi in esso notati. VI. Affettazion
dello stile e raffinamento dei sentimenti. VII. Abuso
delle suasorie e delle controversie. VIII. Seneca il retore chi fosse, e a qual tempo vivesse. IX. Sue Suasorie e Controversie, e loro carattere. X. Quistione
intorno alla patria di Quintiliano. XI. Epoche della
sua vita, e suo carattere. XII. Sue Istituzioni oratorie
quanto pregevoli. XIII. S’ei sia autore delle Declamazioni a lui attribuite. XIV. Notizie della vita di Plinio
il Giovane: sue virtù morali. XV. Suo impegno nel
coltivare e nel promuover gli studi. XVI. Sue Lettere
e suo Panegirico, e loro carattere. XVII. Altri oratori
di questi tempi. XVIII. Carattere di alcuni lasciatoci
da Quintiliano.
Capo IV.
Pag. ao3
Storia.
I. Carattere generale degli storici di questi tempi.
II. Notizie di Velleio Patercolo. 111. Sua Storia c strie
Tiraboschi, Voi li. [p. xxvimodifica]XXVI
di essa. IV. Valerio Massimo: qual sia l’opera ch’ei
ci ha lasciata. V. Giudizio intorno ad essi. VI. Diversità di opinioni intorno all’età di Q. Curzio. VII. Se ne
esamina il fondamento. VIII. Si rigettano le altre opinioni. IX. Si prova che Curzio visse a’ tempi di Claudio. X. Si sciolgono alcune difficoltà opposte a questa
sentenza. XI. Passo di Curzio non ben da alcuni recato
per confermarla. XII. Chi egli fosse. XIII. Stile e carattere della sua Storia. XIV. Notizie della vita di Tacito. XV. Sue opere. XVI. Riflessioni sul loro stile.
XVII. Notizie di Svetonio. XVIII. Sue opere. XIX. Sue
Vite de’ Cesari in qual conto debbano aversi. XX. Patria, vita e opere di Floro. XXI. Storie di Cremuzio
Cordo, e infelice fine del loro autore. XXII. Somigliante
destino di Tito Labieno. XXIII. Altri storici. XXIV. Storici sotto Domiziano e Traiano. XXV. Opera insigne
intrapresa da Muciano.
Capo V.
Pag. 248
Filosofìa e Matematica.
I. La filosofia poco coltivata di questi tempi in Roma.
II. In essa ancor s’introduce il cattivo gusto. III. Ventura di Apollonio da Tiana a Roma, e maraviglie che
di lui si raccontano. IV. Se ne mostra l’insussistenza.
V. Condotta tenuta da Nerone riguardo a’ filosofi.
VI. Vespasiano li caccia da Roma. VII. Presto vi fanno
ritorno. VIII. Loro condizione sotto Traiano e Adriano.
IX. Compendio della Vita di Seneca. X. Sua morte.
XI. Diversi giudizj intorno al carattere morale di Seneca. XII. Esame della condotta da lui tenuta con
Claudio e con Nerone. XIII. Grandi ricchezze da lui
adunate. XIV. Sua superbia. XV. Quanto sian pregevoli
le sue opere morali. XVI. Cognizioni fisiche che s’incontrano nelle sue opere. XVII. Suo stile. XVIII. Questione intorno alla patria di Plinio il Vecchio. XIX. Sua
vita, e infelice sua morte. XX. Suoi continui studi.
XXI. Pregi e difetti della sua Storia Naturale. XXII. S’ei
debba annoverarsi tra gli atei. XXIII. Edizione di Plinio fatta dal P. Arduino. XXIV. Altri filosofi in Roma. [p. xxviimodifica]XXVII
XXV Gran numero di filosofi greci nella stessa città.
XXVI. Notizie e carattere di Epitteto. XXVII. Di Favorino. XXVIII. Di Plutarco. XXIX. Dell’astrologo
Trasillo. XXX. Vicende degli astrologi in quest’epoca.
XXXI. L’astronomia poco coltivata dai Romani.
XXXII. Frontino scrittore di matematica. XXXIII. Columella scrittore d’agricoltura.
Capo VI.
Pag. 513
Medicina.
I. Incostanza de’ sistemi di medicina. II. Nuova setta
introdotta da Vezio Valente. III. Sistema metodico ritrovato da Tessalo. IV. Crina introduce nella medicina
P astrologia giudiciaria. V. Bagni freddi rinnovati da
Carmide. VI. Chi fosse e a qual tempo visse Celso.
VII. Sue opere e loro carattere. VIII. Altri medici in
Roma. IX. Errori commessi da altri nel ragionare del
medico Demostene.
Capo VII.
Pag. 329
Giurisprudenza.
I. Per qual ragione la giurisprudenza in quest’epoca
rimanesse negletta. II. Ebbe essa nondimeno alcuni celebri giureconsulti. III. Due sette diverse fondate da
Capitone e da Labeone. IV. Loro seguaci Masurio Sabino e Nerva Cocceio. V. L. Cassio Longino, Procolo
ed altri. VI. Notizie di Salvio Giuliano: se fosse di
patria milanese. VII. Esame di un’iscrizione che sembra provarlo. VIII. Qual fosse l’Editto perpetuo da lui
compilato. IX. Notizie del giureconsulto Pegaso. X. Altri giureconsulti. [p. xxviiimodifica]XXVIII
Capo Vili.
Pag. 346
Cromatici e Fetori.
I. Stipendio dal pubblico erario assegnato ai professori. II. Scuole pubbliche fabbricate da Adriano. III. Notizie di alcuni gramatici di quest’epoca. IV. Chi fosse
Asconio e a qual tempo vivesse. V. Notizie di Apione
Alessandrino. VI. Altri grammatici. VII. Copia di retori
in Roma. VIII. Carattere di Porcio Latrone. IX Di
Blando, e de’ due Foschi Arellii. X. Alcuni retori celebri in Roma. XI. A’ tempi di Trajano fioriscono singolarmente Iseo. XII. E Giulio Genitore. XIII. Essi nondimeno recan danno anzi che vantaggio all’eloquenza.
Capo IX.
Pag. 365
Biblioteche.
I. Biblioteca di Tiberio. II. Incendi di Roma dannosi alle pubbliche biblioteche. III. Una nuova ne apre
Vespasiano. IV. Altre rinnovate da Domiziano. V. Biblioteca Ulpia di Traiano. VI. Altre pubbliche biblioteche. VII. Loro bibliotecarii. VIII. Biblioteche private.
IX. Lusso in esse introdotto.
Capo X.
Pag. 374
Stranieri eruditi in Roma.
I. Da ogni nazione concorrono molti dotti a Roma.
II. Tra gli Ebrei si nominano Filone e Giuseppe.
III. Tra’ Greci Erennio Fillone e Flegonte. IV. Gran
numero di filosofi greci. V. Notizie di Eliano. [p. xxixmodifica]Capo XI.
Pag. 38o
XXIX
Arti liberali.
I. Invidia di Tiberio verso$gli gl’illustri artisti ad essi
dannosa. II. Furon nondimeno a quei tempi alcuni
scultori illustri. III. L’impero di Caligola fatale alle
arti. IV. Condotta riguardo ad esse tenuta da Claudio.
V. Nerone le favorisce: esame di un celebre passo di
Plinio. VI. Novità introdotte nella pittura. VII. Gli altri imperadori sono essi pure favorevoli alle arti.
VIII. Pittori più rinomati in Roma. IX. L’arte nondimeno decade, e per qual ragione.
LIBRO SECONDO
Pag. 4,f*
Letteratura de’ Romani dopo la morte di Adriano
fino ai principj di. Costantino.
Capo I.
Pag. 4> ’
Idea generale dello stato civile e letterario di questi tempi.
I. Elogio dell’imperadore Antonino, e protezione da
lui accordata alle scienze. II. Elogio di M. Aurelio.
III. Quanto ei coltivasse e fomentasse gli studj. IV. Ciò
non ostante la letteratura sempre più illanguidisce. V. Il
regno di Comodo, di Pertinace e di Didio Giuliano poco
favorevole a’ dotti. VI. Carattere di Settimio Severo.
VII. Di Caracalla, di Macrino e di Eliogabalo. VIII. Alessandro Severo si sforza di far risorger gli studj. IX. Carattere degli altri imperadori da Massimino fino a Gordiano
il Giovane. X Da Gordiano III fino a Valeriano. XI. Impero infelice di Gallieno. XII. Seguito degli imperadori
da Claudio II fino a Probo. XIII. Da M. Aurelio Caro
fino a Carino e a Numeriano. XIV. Da Diocleziano
fino a Costantino. XV. Condotta di questi ultimi imperadori! verso le lettere. XVI. Conclusione. [p. xxxmodifica]XXX
Capo II.
Pag. 437
Poesia.
I. Fra’ molti poeti di quest’epoca pochi sono degni
di distinta menzione. II. Notizie di Sereno Samonico.
III. Di Olimpio Nemesiano e di Calpurnio. IV. Egloghe
al secondo attribuite. V. Altri poeti di questa età.
VI. La poesia teatrale quasi del tutto negletta.
Capo III.
Pag. 446
Eloquenza.
I. L’eloquenza va sempre più decadendo, e per
qual ragione. II. Elogio di Frontone Cornelio. III. S’ei
fosse francese, o italiano. IV. Notizie ed elogio di Antonio Giuliano. V. Altri oratori e retori in Roma.
VI. Notizie di Giulio Tiziano. VII. Di Aspasio da Ravenna. VIII. Sofisti greci in Roma , e primieramente
Attico Erode. IX. Altri Sofisti, e general loro carattere.
X. Notizie de’ tre Filostrati. XI. A’ Sofisti deesi attribuire in gran parte il decadimento dell’eloquenza.
Capo IV.
Pag. 463
Storia.
I. Confusione e inesattezza delle storie di questi
tempi. II. Storia di Giustino, e notizie di esso. III. Notizie di Censorino. IV. Incertezza intorno agli scrittori
della Storia Augusta. V. Altre opere storiche perdute.
VI. Carattere de’ suddetti scrittori della Storia Augusta.
VII. Storici greci in Roma, e primieramente Appiano
Alessandrino e Arriano da Nicomedia. VIII. Notizie di
Dione Cassio. IX. Carattere della sua Storia. X. Erodiano ed Eliano. XI. Per qual ragione gli storici greci
siau migliori de’ latini. [p. xxximodifica]Capo V.
XXXI
Pag. 48o
Filosofìa.
I. Scarso numero di filosofi romani in quest7 epoca.
]I. Solino è il solo tra essi di qualche nome. III. Alcuni altri filosofi latini. IV. Filosofi greci in Roma; se
vi si spargesse la setta Eclettica. V. Esame delle cose
che si narrano di Plotino. VI. Amelio ed Erennio di
lui discepoli. VII. Porfirio ed altri filosofi di questi tempi.
VIII. Sesto da Cherona, ed altri. ’.X. Apollonio da
Calcide. X. L’astrologia giudiciaria continua ad aver
molti seguaci in Roma. XI. Scrittori d’agricoltura.
Capo VI.
Pag. 4g3
Medicina.
I. Stato della medicina in Roma. II. Venuta di Galeno a Roma, e notizie della sua vita. III. Carattere di
esso e delle sue opere. IV. Ei non lascia discepoli nè
seguaci.
C a r o VII.
Pag- 497
Giurisprudenza.
I. La giurisprudenza è il solo studio che a questi
tempi fiorisce in Roma. II. Giureconsulti ai tempi di
Antonino Pio. III. Altri giureconsulti della stessa età.
IV. Notizie ed elogio di Papiano. V. Di Domizio Ulpiano. VI. Di Giulio Paolo. VII. Decadimento della giurisprudenza dopo la morte di Alessandro Severo. [p. xxxiimodifica]XXXII
Capo Vili.
Pag. 5o5
Gramolici.
I. A qual tempo vivesse Aulo Gellio. II. Carattere
delle sue Notti Attiche. III. Notizie intorno allo stato
della letteratura da quell’opera raccolte. IV. Alcuni
gramatici in essa nominati. V. Altri nominati nella Storia Augusta. VI. Sterilità di questo argomento.
Capo IX.
Pag. 513
Biblioteche.
I. Stato infelice delle biblioteche pubbliche. II. Peggiore ancora quello delle private.
Capo X.
Pag. 5i5
Arti liberali.
I. Sotto il regno degli Antonini le arti fioriscono
felicemente. II. Ma poscia cominciano a decadere. III. E
quindi vengono a una estrema rovina.
LIBRO TERZO
Pag. 5ig
Della Letteratura delle provincie d’Italia e de’ Cristiani
ne’ primi tre secoli.
Capo 1.
Pag. 5ai
Letteratura delle provincie d’Italia.
I. Difficoltà nel ben trattare questo argomento.
II. Nella Magna Grecia, e singolarmente in Napoli, si [p. xxxiiimodifica]XXXI»
continua.a coltivare gli studi. III. Teatri in diverse altre città di quelle provincie. IV. Altri indicj di coltura
nelle medesime. V. Nella Sicilia ancora continuano a
fiorire gli studj. VI. Teatri in più altre città d’Italia.
VII. Plinio introduce in Como le scuole pubbliche. VIII. E
vi apre una pubblica biblioteca. IX. Se un’altra ei ne
aprisse in Milano. X. Se Milano avesse il soprannome
di nuova Atene. XI. Prova del fiore in cui erano ivi
le scienze. XII. Scuole pubbliche di altre città d’Italia.
Capo II.
Pag. 545
Letteratura de’ Cristiani de’ primi tre secoli in Italia.
I. Se a’ primi Cristiani fosse permessa la lettura de’
libri profani. II. Quali studj e quali letterarj esercizj
fosser loro permessi. III. Professori cristiani nelle pubbliche scuole. IV. Essi trattano ancora le cause. V. Altri studj da essi coltivati. VI. Uomini dotti tra’ Cristiani.
VII Tra essi sono alcuni romani pontefici. VIII. Altri
scrittori sacri: perchè sia scarso il loro numero. IX. Di
qual patria fosse Lattanzio. X. Notizie della sua vita.
XI. Sue opere e loro carattere.
LIBRO QUARTO
Pag. 5Gi
Storia della Letteratura Italiana da’ tempi di Costantino il Grande fino alla caduta dell’Impero occidentale.
Capo I.
Favore dagl’imperadori prestato alla Letteratura,
e stato generale di essa in Italia.
I. Carattere dell’imperadore Costantino. II. La fondazion di Costantinopoli reca danno alla letteratura
italiana. III. Costantino nondimeno protegge e fomenta
gli studj. IV. Esame di un passo dell’Enciclopedia su
questo argomento. V. Condotta de’ figli e successori di [p. xxxivmodifica]XXXIV
Costati!ino riguardo alte lettere. VI. Costanzo non è
molto lor favorevole. VII. Carattere dell1 imperadorc
Giuliano. VIII. Coltiva e promuove gli studj. IX. Ma
il vieta ai Cristiani. X. Premure di Valentiniano I in
favor degli studj. XI. Altre leggi da lui perciò pubblicate. XII. Nondimeno in Roma sono in decadimento le
lettere. XIII. Testimonianza sopra ciò di Ammiano Marcellino. XIV. Elogio dell1 imperadorc Graziano. XV. Carattere di Teodosio. XVI. Infelice stato dell’impero a’
tempi di Onorio. XVII. E sotto Valentiniano III.
XVIII. Leggi favorevoli agli studj da lui e da Teodosio II. pubblicate. XIX. Invasione di (Genserico. XX. Serie degl’imperadori da Avito fino a Olibrio. XXI. Fine
dell’impero romano. XXII. Pubbliche calamità di que’
tempi.
Capo II.
Pag. 595
Stilili sacri.
I. Gli studi sacri cominciano ad essere coltivati con
maggior coraggio. II. Scuole ecclesiastiche introdotte.
III. Uomini illustri in tali studj, e primieramente S. Eusebio di Vercelli, e Lucifero di Cagliari. IV. Giulio
Firmico Materno. V. San Zenone vescovo di Verona.
VI. S.Filastrio e S. Gaudenzio di Brescia. VII. S. Paolino di Nola. VIII. S. Pier Grisologo e S. Massimo.
IX. S. Ambrogio. X. S. Damaso papa. XI. S. Leone
il grande. XII. Rufino d’Aquiloni XIII. Altri scrittori
ommessi.
Capo III.
Pag. Gin
Oratori, Retori e Gramatici.
I. Metodo nel trattare di questo argomento. II. Professori d’eloquenza in Roma: Mario Vittorino. III. Proeresio sofista greco. IV. Se ad essi debba aggiungersi
S. Girolamo. V. S. Agostino tiene scuola in Roma.
VI. E poscia in Milano: altri professori ivi. VII. Minervio, Sedato e Palladio professori in Roma. VIII. Altri professori di que’ tempi. IX. Scrittori di panegirici [p. xxxvmodifica]XXXV
di precetti rettorici. X. Q. Aurelio Simmaco; suoi maestri XI. Epoche della sua vita. XII. Carattere della
sua eloquenza. XIII. Il padre e il figliuolo di Simmaco
coltivatori essi ancora de’ buoni studj. XIV. Gramatici
di questi tempi. XV. Notizie di Fabio Fulgenzio Planciade. XVI. Di Aurelio Teodosio Macrobio. XVII. Sue
opere e loro stile. XVIII. Notizie di Marziano Capella.
Capo IV.
Pag. 64o
Poesia.
I. Per qual ragione i poeti di questa età sian più
eleganti de’ prosatori. II. Notizie di Rufo Festo Avieno.
III.’ S’ei fosse di patria spagnolo. IV. Notizie del
poeta Claudiano. V. Sue opere e loro stile. VI. S’ei
fosse cristiano: iscrizione fatta in onor di esso. VII. Rutilio Numaziano francese, ma vissuto lungamente in
Italia. VIII. Poeti cristiani: Optaziano Porfirio. IX. Altri poeti cristiani. X. E al toni a Proba, ed altri scrittor
di Centoni. XI. Altre poesie smarrite. XII. Se fossero
allora in uso i componimenti teatrali.
Capo V.
Pag. 659
Storia.
I. Origine della scarsezza e della negligenza degli
scrittori di storia. II. Notizie di Sesto Aurelio Vittore.
III. Sue opere. IV. Notizie di Eutropio e d’altri scrittori.
V. Vita e opere di Ammiano Marcellino. VI. Di quanta
stima ei godesse. VII. Flavio Destro. VIII. Altri scrittori di storia perduti.
Capo VI.
Pag. 670
Filosojìa e Matematica.
I. La filosofia quasi del tutto abbandonata in Roma,
e perchè. II. Alcuni filosofi nominati da Simmaco. [p. xxxvimodifica]XXXVI
III. Studi filosofici de’ Santi Padri. Notizie di Mallio
Teodoro. IV. Elogi ad esso fatti; sue opere. V. Vicende dell’astrologia giudiciaria. VI. Palladio scrittore
d’agricoltura.
Capo VII.
Pag. 680
Medicina.
I. Leggi degl’imperadori cristiani in favor della medicina. II. Pochi nondimeno furono i medici illustri.
III. Se ne annoverano alcuni.
Capo Vili.
Pag. 684
G iarisprudenza.
I. Grande concorso de’ giureconsulti a Roma, e origine di esso. II. Innovazioni fatte nella giurisprudenza
dagl’imperatori cristiani. III. Del Codice Gregoriano
e dell’ermogeniano. IV. Altri famosi giureconsulti. V. La
disordinata moltitudine delle leggi fa decadere la giurisprudenza. VI. Del Codice Teodosiano.
C a r o IX.
Pag. 690
Biblioteche.
I. Se Roma avesse a questo tempo molte biblioteche.
II. Origine delle biblioteche ecclesiastiche. III. Di quelle
della Chiesa romana. IV. Biblioteche private.
Capo X.
Pag. 69B
Arti liberali.
I. Non si lasciò in questo tempo di avere in pregio
gli antichi monumenti. II. Essi nondimeno soffrirono
gravi danni, e per qual ragione. III. Trasporto di un
obelisco dall’Egitto a Roma per ordine di Costanzo.
IV. Il gusto delle arti si va sempre più depravando.
V. Invasione de’ Barbari quanto ad esse dannose. VI. Pitture e musaici di questi tempi.