Storia della letteratura italiana (Tiraboschi, 1822-1826)/Avvertimento degli editori

Avvertimento degli editori

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Storia della letteratura italiana (Tiraboschi, 1822-1826) Vita del cav. Girolamo Tiraboschi
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AVVERTIMENTO

DEGLI EDITORI


La Storia della Letteratura Italiana del Tiraboschi, la quale ora noi prendiamo a ristampare, seguendo la veneta edizione Pepoliana che pose al lor luogo tutte le giunte fatte dall’Autore alla sua seconda di Modena, da noi tenuta a perpetuo riscontro, è un monumento di gloria nazionale. Gli stranieri o mancano interamente, o sono ben lontani dalla perfezione di un’opera di questo genere, nella quale si veggano con bell’ordine narrate e poste in chiaro le origini, i progressi, la decadenza, il risorgimento delle Lettere presso di loro; di una storia insomma che presenti un quadro generale di ciò che lo spirito umano ha operato in quanto al diletto od all’utile appartiene, e che viene significato dal più ampio senso del vocabolo Letteratura. Il Tiraboschi ha conseguito lo scopo che si era proposto con una mirabile felicità; e condusse il suo lavoro dagli antichissimi Etruschi, che sono quel popolo d’Italia presso il quale si incomincia a veder qualche lume in questa materia, fino al principio del secolo in cui egli nacque. La storia letteraria però del secolo xviii è segnata in Italia da gloriosissime epoche, e si può dire ad onore de’ nostri padri, che in esso secolo si riempirono tutti que’ vuoti che rimanevano ancora, e si ottenne la perfezione dappertutto dove non si era per anco raggiunta. La metafisica, l’etica, la legislazione, la matematica, la fisica, la medicina, la poesia, l’eloquenza, l’erudizione, la storia, le arti liberali, tutto fu coltivato con ardore, e fece progressi grandissimi. Di che è bella prova la Collezione di tante insigni opere che noi andiamo pubblicando. E i nomi di Metastasio, di Goldoni, di Alfieri, di Parini brillano siccome stelle di prima grandezza fra un numero grande di astri minori, e non lasciano invidiare que’ secoli ne’ quali la nostra letteratura produsse gli emuli di Omero, di Virgilio, di Pindaro ec., poichè questi [p. iv modifica]grandi moderni si apersero nuove vie ch’erano state negate all’ingegno di quelli. Potrebbe anche accennarsi che nel secolo passato comparve in Italia il libro Dei Delitti e delle Pene il quale operò una sì prodigiosa rivoluzione nella criminale giurisprudenza; e che Verri, Beccaria, Galiani ec. nella scienza della pubblica economia videro sì avanti, che Smith e gli altri, i quali vennero dopo e che la coltivarono in altri paesi, debbono riconoscere in essi i veri precursori di molte loro dottrine. Noi non vogliamo di più dilungarci in un argomento che se sommamente lusinga chiunque è nato sotto il cielo d’Italia, non è però del luogo e del tempo, e fu già sufficientemente trattato nella Prefazione all’Alfieri di questa nostra Raccolta. Ma ci è grato l’annunciare che il ch. sig. avvocato Réina, il quale co’ suoi lumi e colla vasta suppellettile della sua biblioteca favorisce la presente tipografica impresa, da anni lavora con ostinato studio alla storia di questo periodo dell’italiana letteratura, e prepara una continuazione al Tiraboschi, che attese le sue cognizioni e il suo noto valore dovrà riuscire ben degna del resto.

La Vita del nostro autore farà parte necessariamente di tale continuazione; ma frattanto essendoci sembrato che quella dettata in latino da Angelo Fabroni sia la più accurata e copiosa, la diamo fedelmente tradotta in lingua italiana da G. A. M. Alla Vita segue un ampio Catalogo delle opere sì edite che inedite dal Tiraboschi; l’Elogio lapidario scrittogli da Pompilio Pozzetti; il Chirografo della città di Modena e il Partito della città di Bergamo che riguardano il Tiraboschi medesimo, quali si trovano nella seconda edizione modenese di questa Storia; e finalmente la lettera colla quale il Tiraboschi fece dono di un esemplare dell’opera sua alla R. Accademia di Madrid, e la risposta che gli venne fatta dal segretario della medesima, siccome trovasi tradotta nell’Elogio dell’A. scritto dal ch. bibliotecario sig. Lombardi. L’indice generale si darà nell’ultimo volume. La bellezza dei caratteri, la bontà della carta, la correzione, l’abbondanza dei corredi ci danno ferma speranza che la nostra edizione non abbia a riuscire inferiore di pregio ad alcuna delle antiche, e superiore a molte delle moderne ristampe.