Pagina:Le confessioni di un ottuagenario II.djvu/147: differenze tra le versioni
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CAPITOLO DECIMOQUARTO. 139 |
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ma le altre le pronunciò più sommesse, e cogli occhi erranti qua e là. |
ma le altre le pronunciò più sommesse, e cogli occhi erranti qua e là. |
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— Sul mio cuore! — io ebbi volontà di risponderle — |
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sul mio cuore ove hai dormito tante volte essendo bambina |
— Sul mio cuore! — io ebbi volontà di risponderle — sul mio cuore ove hai dormito tante volte essendo bambina e non hai avuto a lagnartene! — Ma la Pisana s’era fatta |
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e non hai avuto a lagnartene ! — Ma la Pisana s’ era fatta |
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di vergogna, di sfacciataggine e di riservatezza, che io fui costretto a rispettare una sì bella opera di virtù, e trattenni perfino il soffio del desiderio per non appannarne la purezza. Giunsi financo a dimenticare la dimestichezza in altri tempi avuta con lei, e a credere che se avessi osato toccarla allora, sarebbe stata proprio la prima volta. Somigliava un valente suonatore di violino, che si propone le più ardue difficoltà per avere il piacere di superarle; ed egli è certo del fatto suo, ma se ne compiace sempre come d’altrettante sorprese. |
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di vergogna , di sfacciataggine e di riservatezza , che io fui |
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costretto a rispettare una si bella opera di virtù, e trattenni |
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detto fin da principio. Tu mi onori della tua confidenza, e si spetta a me il mostrarmene degno. Ogni camera ha solidi catenacci e questa è la chiave di casa; tu puoi serrarmi fuori sulla calle, se vuoi, che non me ne lamenterò. — |
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perfino il soffio del desiderio per non appannarne la purezza. Giunsi financo a dimenticare la dimestichezza in |
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altri tempi avuta con lei , e a credere che se avessi osato |
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toccarla allora, sarebbe stata proprio la prima volta. Somigliava un valente suonatore di violino, che si propone le |
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più ardue difficoltà per avere il piacere di superarle ; ed egli |
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è certo del fatto suo , ma se ne compiace sempre come |
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d’altrettante sorprese. |
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detto fin da principio. Tu mi onori della tua confidenza, e si |
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spetta a me il mostrarmene degno. Ogni camera ha solidi |
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catenacci e questa è la chiave di casa; tu puoi serrarmi fuori |
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sulla calle, se vuoi, che non me ne lamenterò. — |
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Ella per sola risposta mi buttò le braccia al collo, e |
Ella per sola risposta mi buttò le braccia al collo, e |
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riconobbi in quel subito trasporto la mia Pisana |
riconobbi in quel subito trasporto la mia Pisana d’una |
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volta. Tuttavia ebbi la delicatezza o |
volta. Tuttavia ebbi la delicatezza o l’accorgimento di non prevalermene, e le diedi tempo a riaversi, e a correggere colla parola la soverchia ingenuità del cuore. |
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prevalermene , e le diedi tempo a riaversi, e a correggere |
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colla parola la soverchia ingenuità del cuore. |
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— Siamo come fratelli, n’è vero? — soggiunse ella |
— Siamo come fratelli, n’è vero? — soggiunse ella |
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imbrogliandosi colla lingua in queste parole, e rassettando |
imbrogliandosi colla lingua in queste parole, e rassettando l’imbroglio con un colpo di tosse. — N’è vero che staremo bene insieme, come ai nostri giorni beati di Fratta? — |
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l’ imbroglio con un colpo di tosse. — N’è vero che staremo bene insieme, come ai nostri giorni beati di Fratta? — |
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che corse per tutte le vene; e la Pisana stoglieva lo sguardo |
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e non sapeva che cosa aggiungere, e alla fine io m’addiedi in |
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<span class="SAL">147,2,Valg</span> |
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che corse per tutte le vene; e la Pisana stoglieva lo sguardo e non sapeva che cosa aggiungere, e alla fine io m’addiedi in<span class="SAL">147,3,Aleph0</span> |