Rime (Guittone d'Arezzo)/Deo, che non posso or disamar sì forte: differenze tra le versioni

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Deo, che non posso or disamar sì forte,
como fort'amofort’amo voi, donna orgogliosa!
Ca, poi che per amar m'odiatem’odiate a morte,
{{R|4}}per disamar mi sareste amorosa;
ch'altresìch’altresì, com'ècom’è bon diritto, sorte
che l'unol’uno como l'altrol’altro essere osa,
poi di gran torto, ch'èmech’ème 'n’n vostra corte
{{R|8}}fatto, me vengerea d'alcunad’alcuna cosa.
Torto è tale, no lo vidi anco pare:
non osarme piacer ciò ch'èch’è piacente,
{{R|11}}ed essere odiato per amare,
Malgrado vostro e mio son benvogliente,
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{{R|14}}e fa mister che pur vegna vincente.
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