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Atto PRIMO. 2; |
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titi. |
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letto divino, e sfogherebbe i sito’ più turpi appe — |
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Ma stat e’ pormi sentir l’aria del mattino; precipito il racconto. — Addormentato nel mio giardino, secondo il costume che ne avevo, nelle ore meridiane, giovan- dosi della mia sicurezza, tuo zio venne furtivo presso |
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me con una fiala di iosciamo, 4 eh’ |
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di ai mi versò in un |
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orecchio. Quel liquore fatale è cosl nemico dell’uomo, che,, come il mercurio, invade tutti i canali del corpo, e fa ristagnare il sangue più puro come una goccia d’acido nel lette. Questo avvenne per me, che da unalebbra istantanea mi trovai avvolto, e vidi co- prirsi lale mia fina pelle di una squama fetida ed infetta. Cosi dormendo, nu fu tolto dalla mano di un fratello la vita, la sposa o la eoroua ci fui ucciso in mezzo ai miei peccati, senza apparecchi |
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. senza gli ultimi con- forti ella religione, senza aver dato assetto ai conti dellad mia coscienza, e fui costretto a comparire davanti al mio Giudice carico di tutto il peso delle mie infer’ di cnore, non sopportarlg; non tollerare che il real miti. Oh orribile? orribile! orribile! se è in te un po letto di Danimarca sia fritto segno |
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e non mno di lussuria ecc di un |
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infame incesto. Ma comunque tu adoperi per vendi- carmi, serba intera la mente. ahinrnulla |
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contro tua madre; lei lascia al C a ueia n |
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rimorsi |
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ielo e q |
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che già le straziarlo il petto. Addio. Il verme lucente, il cui fuoco inoffensivo* comincia a impallidire, annun- zia l’appressarsi del di. Addio, addio, Amletol richr- dati di me. (Esce.) |
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AzitsTo. Oh voi tutte coorti del Cielo! Oh terra! Chi acc.oP- pierò voseo? Luscoli’ infermdelo?...mio corp Oh infamia?... Frenati, MIO Cuore; e voi, mo, non invecchiate su- bitamente e reggete le mie forze? — Ricordarti? Si, sventurata animain, finché la memoria durera in questo abbomenevole mondo. Ricordarti? i si, dalle tavole del mio pensiero sbandirò tudei tte libri, tutti i vestigi, le frvole memorie del- l’amore, tutti i precettiutte le impressioni del passuto, incise in esse dalla gioventù e dall’osservazione, e il tuo comando vi si scolpirà solo, senza mistura di cose minori: si, si, pel Cielo! Oh fa- talissima donna! Oh scelletato, scellerato ipocrita! infame Generato?..• Il mio portafogli, il mio portafogli._ é bene ch’io vi ni che un uomo nuò sorridere e sor- ridere, ed essereot uno scellerato iscrivendo); almeno son sicuro che questo può avverarsi in Danimarca. i Ilebenon,.ligoteyamus nigerI gialqui4t710 considerato come ut veleno potentissimo ai tempi di Shakspeare. |
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2 Senza calore. |