Fu il fuoco o l'acqua che sotterrò Pompei ed Ercolano?/Lettera seconda: differenze tra le versioni

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{{Indent|0|accaduto. Questo solo argomento, quindi, dovrebbe bastare, perché i conciliatori delle due opposte opinioni non dovessero più tormentarsi lo spirito in fabbricare [[:w:ipotesi|ipotesi]], invece di rigettarne una, gratuitamente stabilita nell'istoria.}}
 
In secondo luogo ammesso anche l'assurdo contrasto de' due elementi, non si può concepire, come abbia potuto uscire dal Vesuvio tanta quantità d'acqua, capace d'allagare e sotterrare non solo le due città, messe alla distanza di nove miglia l'una dall'altra, ma d'inondare, eziandio, tutto questo varato circondario, poiché il medesimo è interamente un terreno di alluvione. Bisognava, perciò, che nell'interno del Vesuvio vi fosse stato un gran lago, e che fosse stato repentinamente vomitato dal volcano. Ma l'acqua, per effetto d'un fuoco così violento, non sarebbe stata più presto [[:w:evaporazione|convertita in vapore]], lanciata precipitosamente nell'atmosfera, e dispersa dai venti, conforme vediamo accadere, allorché si apre il turacciolo della gran caldaja d'una tromba a fuoco, per cacciar fuora il vapore superfluo, che potrebbe far crepare la caldaja istessa col suo elaterio?
 
Inoltre i diversi strati, che cuoprono Ercolano non si possono affatto spiegare con una sola vomizione d'acqua e di ceneri, seguita dalla bocca del Vesuvio; né in questo caso le materie le più leggieri, come sono le specie 5. 6. 8. e 9. descritte, si ritroverebbero adesso al disotto delle più pesanti. Da quel che ho detto pocanzi si rileva, che la diversità degli strati pietrosi e terrosi, suppone reiterate e consecutive alluvioni. Bisognerebbe, conseguentemente
 
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{{Indent|0|ammettere diverse vomizioni d'acqua del Vesuvio, per spiegare la diversità e la regolarità degli strati riferiti, ciò che non risulta dalla storia, e ciò che sarebbe ammettere [[:w:ipotesi|ipotesi]] sopra ipotesi. E poi che necessità vi è, di far uscire le acque dal Vesuvio, per spiegare i fatti, prodotti dalla via umida? Io non vi vedo, che la bizzarria di voler sostenere uno de' tanti errori della storia, e degli autori.
 
A questo proposito, poi,. devo osservare, che le pretese vomizioni d'acqua del Vesuvio sono state vantate tanto da quegli scrittori, de' quali la favorita. idea è stata quella ''della comunicazione del mare col volcano'', per spiegare sconciamente cosi alcuni fenomeni volcanici, che senza questa stravagante comunicazione, ho io, dalla cagione generale dei volcani, chiaramente sviluppati. Di fatti vi è più cosa assurda di quella di dire (e ciò per provare la comunicazione suddetta, e far uscire, secondo il bisogno, 1'acqua dal volcano) che in tempo di questa, o di quell'altra eruzione ''il mare si sia ritirato'', per avere rifluito nel Vesuvio? Chi così parla, ignora le leggi de' liquidi, e paragona il [[:Mar Mediterraneo|mediterraneo]] ad una conca, che si dissecca, allorché l'acqua che contiene, viene versata altrove.}}
 
Intanto contro l'opinione generale delle vomizioni d'acqua, prodotte dal Vesuvio, e specialmente contro [[:w:Vesuvio#L'eruzione del 1631|quella del 1631]], ch'è la più famosa e classica tra gli scrittori, io mi riduco ad osservare, che l'Accademia di scienze di Napoli (''Istoria dell'incendio del Vesuvio, accaduto nel mese di maggio 1737 pag. 65 e seg.'') ragionevolmente sostiene, che in nessun tempo sia ciò accaduto, né
 
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{{Indent|0|all'[[:w:Etna|Etna]] né al [[:w:Vesuvio|Vesuvio]].
 
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