Pagina:Zibaldone di pensieri I.djvu/351: differenze tra le versioni

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<noinclude>fetto </noinclude>di prima. — Tanto perfetto che, tolta la religione, gli è piú spediente il morire di propria mano che il vivere. Se la perfezione degli esseri viventi si misura dall’infelicità, va bene. Ma che altro indica il grado della loro perfezione se non la felicità? E qual altro è il fine, anzi la perfezione dell’esistenza? Il fatto sta che oggidí pare assurdo il richiamare gli uomini alla natura, e lo scopo vero e costante anche dei piú savi e profondi filosofi è di allontanarneli sempre piú, quantunque alle volte credano il contrario, confondendo la natura colla ragione. Ma anche non confondendola, credono che l’uomo sarà felice quando si regolerà intieramente secondo la pura ragione. Ed allora si ammazzerà da se stesso.<!-- test template ZbData (23 agosto 1820).-->{{Utente:Alex brollo/ZbData|23|8|1820}}. Vedi p.{{ZbPagina|358}}.
<section begin=1 /><!--{{ZbPagina|357}}--><noinclude>fetto </noinclude>di prima. — Tanto perfetto che, tolta la religione, gli è piú spediente il morire di propria mano che il vivere. Se la perfezione degli esseri viventi si misura dall’infelicità, va bene. Ma che altro indica il grado della loro perfezione se non la felicità? E qual altro è il fine, anzi la perfezione dell’esistenza? Il fatto sta che oggidí pare assurdo il richiamare gli uomini alla natura, e lo scopo vero e costante anche dei piú savi e profondi filosofi è di allontanarneli sempre piú, quantunque alle volte credano il contrario, confondendo la natura colla ragione. Ma anche non confondendola, credono che l’uomo sarà felice quando si regolerà intieramente secondo la pura ragione. Ed allora si ammazzerà da se stesso.<!-- test template ZbData (23 agosto 1820).-->{{Utente:Alex brollo/ZbData|23|8|1820}}. Vedi p.<section end=1 /><section begin=2 />{{ZbPagina|358}}.




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{{ZbPensiero|223/2}}{{AutoreCitato|George Gordon Byron|Lord Byron}} nelle annotazioni al ''Corsaro'' (forse anche ad altre sue opere) cita esempi storici di quegli effetti delle {{ZbPagina|224}} passioni, e di quei caratteri ch’egli descrive. Male. Il lettore deve sentire e non imparare la conformità che ha la tua descrizione ec. colla verità e colla natura e che quei tali caratteri e passioni in quelle tali circostanze producono quel tale effetto; altrimenti il diletto poetico è svanito, e la imitazione cadendo sopra cose ignote, non produce maraviglia, ancorché esattissima. Lo vediamo anche nelle commedie e tragedie, dove certi caratteri straordinari affatto, benché veri, non fanno nessun colpo. Vedi il discorso sui romantici, intorno agli altri oggetti d’imitazione.
{{ZbPensiero|223/2}}{{AutoreCitato|George Gordon Byron|Lord Byron}} nelle annotazioni al ''Corsaro'' (forse anche ad altre sue opere) cita esempi storici di quegli effetti delle <section end=2 /><section begin=3 />{{ZbPagina|224}} passioni, e di quei caratteri ch’egli descrive. Male. Il lettore deve sentire e non imparare la conformità che ha la tua descrizione ec. colla verità e colla natura e che quei tali caratteri e passioni in quelle tali circostanze producono quel tale effetto; altrimenti il diletto poetico è svanito, e la imitazione cadendo sopra cose ignote, non produce maraviglia, ancorché esattissima. Lo vediamo anche nelle commedie e tragedie, dove certi caratteri straordinari affatto, benché veri, non fanno nessun colpo. Vedi il discorso sui romantici, intorno agli altri oggetti d’imitazione.<section end=3 />