In lotta con la nevrosi: differenze tra le versioni

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di abbondante sangue.
E un sacco di lacrime.
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'''Da quanti decenni soffro?'''
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Non si sono seccate
le lacrime
dai miei occhi.
Steso per terra,
come un qualsiasi animale,
nel più aspro dolore,
con la mente
mi guardo
il corpo tutto,
pezzetto per pezzetto.
Da quanti decenni
soffro?
Eppure anche domani
gli chiederò ancora
di soffrire.
Senza fine.
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'''Vita lacerata'''
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Ecco il cancro,
il cuore dell’abisso:
vivere al di là,
oltre se stessi,
fuori dal centro.
Sempre
perennemente sbilanciati.
Altri ritmi,
altre misure
che le proprie.
Prendere a prestito
la vita, i gusti,
le idee e i sentimenti
e viverli come propri.
La nevrosi:
un vita in prestito,
non la tua.
Per cinque, dieci anni
la cosa funziona.
Il corpo pazienta,
tiene duro.
Poi il crollo.
Il tuo io
non sopporta più
l’essere qui
e l’essere là,
il fare il suo
e contemporaneamente,
l’altrui volere.
E’ il caos,
la lacerazione.
Piegato su me stesso,
medito.
Bastonato, umiliato,
trascino i miei giorni.
Ma il fatto stesso
di conoscere
il cuore dell’abisso
mi mette adosso
tanta voglia di lottare,
di non mollare
di un centimetro.
Di riprendermi
la vita.
Caricarla sulle spalle
e andare
verso l’orizzonte
più lontano.
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