Tesis: differenze tra le versioni

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Ma se noi dobbiamo dar credito a Luigi D'Agnolo Bambinello che nella lettera suesposta parla di una tassa individuale settimanale fino al raggiungimento di lire 50; e poiché solo nelle Vetrerie di Murano gli emigranti erano 43: quindi senza contare gli operai e commercianti di Trieste si sta poco a fare un conto approssimativo. Metti che alcuni si ritirassero dall'impegno; oppure che fossero sorte delle difficoltà (sempre possibili, per operai non tutelati da alcun contratto); comunque stessero le cose, nell'arco di poco tempo si sarebbero potuti raccogliere i soldi necessari. E invece...
 
 
'''L'entusiasmo iniziale si smorzò.'''
 
Cosa è successo da far rompere la solidarietà del paese il quale fu unanime all'idea di fondere nuove campane? E il voto quasi unanime dei capifamiglia a cosa è servito? Non erano tutti degli irresponsabili i capifamiglia quando, sotto ''el sclupissignar'' alzarono la mano per dire di sì all'impresa e alla formazione della Commissione. Allora?
 
Gli emigrati residenti a Trieste corrisposero senza tanti problemi i soldi da loro promessi.
I ''"triestini"'' in gran parte si erano fatti una bella posizione nel commercio e, quindi, i soldi li tirarono fuori in fretta.
 
Angelo Del Moro (1826-1901), loro rappresentante, inviò immediatamente lire 250. In un foglio volante che trovo tra le vecchie carte, leggo così:
 
''Signore!''
''Ho il piacere d'includerle qui in seno alla presente Italiane Lire 250, quali oblazioni raccolte qui in Trieste per il noto affare delle campane. Maggiori dettagli in proposito le saranno già noti. Senz'altro per il momento passo a riverirla ben distintamente. Angelo Del Moro''
 
Preciso che la scrittura è sua e non di un altro ed è di una forma bellissima.
Un po' più restii a pagare furono alcuni operai di Murano e di Venezia. E ciò era comprensibile. Si erano imposti una vera e propria tassa sul loro stipendio, come ha riferito D'Agnolo Luigi Bambinello. Ma non a tutti ciò comodava. Per gli emigranti di Murano-Venezia il lavoro era più precario e meno remunerato che per gli emigranti residenti a Trieste.
 
Nonostante tutto anche loro non si tirarono indietro dall'impegno assunto, come dimostra la seguente lettera di Salvadori Antonio fu Antonio:
 
''Murano 28/4/1894''
 
''Rev.mo Sig. Parroco''
''In seguito alla pregiatissima sua ho subito tenuto parola a Luigi Visinali il quale si è messo d'accordo con tutti quelli di Venezia e Murano che hanno raccolto somme per cominciare il pagamento delle campane di trovarsi uniti in Murano posdomani 30 corrente, per unire tutto il ricavato e tosto farne la spedizione a chi saranno per scegliere.''
 
''Con tanto piacere ho inteso dello scampato pericolo per la malattia a cui fu soggetto e faccio voti per la di Lei pronta, florida e lunga salute.''
''Nell'assicurare che mi troverà sempre pronto ai suoi comandi in un alla mia intiera famiglia.Distintamente La riverisco Dev. ed umil. servitore
Antonio Salvadori fu Antonio''