Odi (Parini)/Il pericolo: differenze tra le versioni

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<<Sono un recente iscritto a GIAP e devo dire che siete una miniera di spunti per la riflessione e la discussione. Vista questa notizia mi è venuto un infarto e ho ripensato alle ultime pagine di 54 e alla storia del fallo di Rasputin e quindi umilmente mi permetto di segnalarlo. Continuate così e buon lavoro, Giancarlo>>
{{opera
La notizia, riportata dagli organi d'informazione di tutto il mondo, è che un museo erotico di S. Pietroburgo esporrà una minchia di 30 cm. sotto formalina, di cui si dice appartenesse al celebre monaco Rasputin. Quella del "cazzo di Rasputin" - reciso a cadavere ancora caldo e divenuto preziosa reliquia passata di mano in mano - è una storia che circola da novant'anni. Non siamo in grado di dire se sia vera o plasmata nella sostanza di cui son fatti i sogni. A noi la raccontò l'amico Leo Mantovani, con un finale un po' diverso, ripreso pari pari nell'ultimo epilogo di 54, alla cui lettura rimandiamo.
|NomeCognome=Giuseppe Parini
|TitoloOpera=Il pericolo
|NomePaginaOpera=Il pericolo
|AnnoPubblicazione=1787
|TitoloSezione=
}}
 
 
In vano in van la chioma<br />
Deforme di canizie,<br />
E l'anima già doma<br />
Dai casi, e fatto rigido<br />
Il senno dall'età, {{R|5}}<br />
<br />
Si crederà che scudo<br />
Sien contro ad occhi fulgidi<br />
A mobil seno a nudo<br />
Braccio e all'altre terribili<br />
Arme della beltà. {{R|10}}<br />
<br />
Gode assalir nel porto<br />
La contumace Venere;<br />
E, rotto il fune e il torto<br />
Ferro, rapir nel pelago<br />
Invecchiato nocchier; {{R|15}}<br />
<br />
E per novo periglio<br />
Di tempeste, all'arbitrio<br />
Darlo del cieco figlio,<br />
Esultando con perfido<br />
Riso del suo poter. {{R|20}}<br />
<br />
Ecco me di repente,<br />
Me stesso, per l'undecimo<br />
Lustro di già scendente,<br />
Sentii vicino a porgere<br />
Il piè servo ad amor: {{R|25}}<br />
<br />
Benchè gran tempo al saldo<br />
Animo in van tentassero<br />
Novello eccitar caldo<br />
Le lusinghiere giovani<br />
Di mia patria splendor. {{R|30}}<br />
<br />
Tu dai lidi sonanti<br />
Mandasti, o torbid'Adria,<br />
Chi sola de gli amanti<br />
Potea tornarmi a i gemiti<br />
E al duro sospirar; {{R|35}}<br />
<br />
Donna d'incliti pregi<br />
Là fra i togati principi,<br />
Che di consigli egregi<br />
Fanno l'alta Venezia<br />
Star libera sul mar. {{R|40}}<br />
<br />
Parve a mirar nel volto<br />
E ne le membra Pallade,<br />
Quando, l'elmo a sè tolto,<br />
Fin sopra il fianco scorrere<br />
Si lascia il lungo crin: {{R|45}}<br />
<br />
Se non che a lei dintorno<br />
Le volubili grazie<br />
Dannosamente adorno<br />
Rendeano ai guardi cupidi<br />
L'almo aspetto divin. {{R|50}}<br />
<br />
Qual, se parlando, eguale<br />
A gigli e rose il cubito<br />
Molle posava? Quale,<br />
Se improvviso la candida<br />
Mano porgea nel dir? {{R|55}}<br />
<br />
E a le nevi del petto,<br />
Chinandosi da i morbidi<br />
Veli non ben costretto,<br />
Fiero dell'alme incendio!<br />
Permetteva fuggir? {{R|60}}<br />
<br />
In tanto il vago labro,<br />
E di rara facondia<br />
E d'altre insidie fabro,<br />
Gìa modulando i lepidi<br />
Detti nel patrio suon. {{R|65}}<br />
<br />
Che più? Da la vivace<br />
Mente lampi scoppiavano<br />
Di poetica face,<br />
Che tali mai non arsero<br />
L'amica di Faon; {{R|70}}<br />
<br />
Nè quando al coro intento<br />
De le fanciulle Lesbie<br />
L'errante vïolento<br />
Per le midolle fervide<br />
Amoroso velen; {{R|75}}<br />
<br />
Nè quando lo interrotto<br />
Dal fuggitivo giovane<br />
Piacer cantava, sotto<br />
A la percossa cetera<br />
Palpitandole il sen. {{R|80}}<br />
<br />
Ahimè quale infelice<br />
Giogo era pronto a scendere<br />
Su la incauta cervice,<br />
S'io nel dolce pericolo<br />
Tornava il quarto dì! {{R|85}}<br />
<br />
Ma con veloci rote<br />
Me, quantunque mal docile,<br />
Ratto per le remote<br />
Campagne il mio buon Genio<br />
Opportuno rapì. {{R|90}}<br />
<br />
Tal che in tristi catene<br />
Ai garzoni ed al popolo<br />
Di giovanili pene<br />
Io canuto spettacolo<br />
Mostrato non sarò. {{R|95}}<br />
<br />
Bensì, nudrendo il mio<br />
Pensier di care immagini,<br />
Con soave desìo<br />
Intorno all'onde Adriache<br />
Frequente volerò. {{R|100}}<br />
 
{{Qualità testo|75%}}
 
[[Categoria:XVIII secolo]]
[[Categoria:1787]]
[[Categoria:Poesie|Pericolo, Il]]