Pagina:Commedia - Inferno (Lana).djvu/172: differenze tra le versioni
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<poem>E il duca disse a me: Più non si desta |
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Di qua dal suon dell’angelica tromba; {{R|95}} |
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Quando verrà la nimica |
Quando verrà la nimica podesta, |
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Ciascun ritroverà la trista tomba, |
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Ripiglierà sua carne e sua figura, |
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Perch’io dissi: Maestro, esti tormenti |
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Cresceranno ei dopo la gran sentenza, |
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Ed egli a me: Ritorna a tua scienza, |
Ed egli a me: Ritorna a tua scienza, |
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Che vuol , quanto la cosa è più perfetta, |
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Più senta il bene, e così la doglienza. |
Più senta il bene, e così la doglienza. |
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Tuttochè questa gente maledetta</poem> |
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V. 94. Segue suo poema dicendo che inanzi il |
V. 94. Segue suo poema dicendo che inanzi il dì del giudizio, non si leverà, quasi a dire che dopo questa poetria, non ne sarà alcuno che di Ciacco faccia menzione. |
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si leverà, quasi a dire che dopo questa poetria, non ne sarà alcuno che di Ciacco faccia menzione. |
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97. Dice che ciascuno rivederà la sua fossa e ripiglierà sua carne e figura, e cosi rifatti udiranno lo giudizio di Cristo. |
97. Dice che ciascuno rivederà la sua fossa e ripiglierà sua carne e figura, e cosi rifatti udiranno lo giudizio di Cristo. |
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⚫ | 100. Segue lo poema come appare nel testo, ch’andavano a passi lenti cioè piano, e ragionavano della vita futura, cioè di quello che sarà dopo lo die del giudizio; per lo quale ragionamento divenne che Dante domandò Virgilio se le pene de’ dannati cresceranno dopo lo predetto die o menimeranno, o saranno pure |
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106. Risponde Virgilio, e dice: torna a tua scienzia, cioè a |
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⚫ | filosofia naturale, la quale vuole che come la cosa è più |
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⚫ | 100. Segue lo poema come appare nel testo, ch’andavano a passi lenti cioè piano, e ragionavano della vita futura, cioè di quello che sarà dopo lo die del giudizio; per lo quale ragionamento divenne che Dante domandò Virgilio se le pene de’ dannati cresceranno dopo lo predetto die o menimeranno, o saranno pure così fatte. |
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⚫ | 106. Risponde Virgilio, e dice: torna a tua scienzia, cioè a filosofia naturale, la quale vuole che come la cosa è più perfetta più senta il bene (e nota qui ''perfetta'' per compìta); e così per opposito quella che è più imperfetta (cioè men compita) non sente la doglienza: e questo dice lo filosofo in libro ''De anima'': che come l’anima è in corpo più perfetto organato, più perfettamente cognosce; che s’ella riceve difetto in alcuno organo, come ''in visu'', ''in auditum'' etc, ella è priva di quella cognizione che per quello organo s’acquista, e per ''consequens'' men ''perfetta''. Sichè la risposta si è che perchè saranno più compiute, cioè ch’avranno lo corpo, dello quale innanzi il die del giudizio sono in privazione, più sentiranno la pena, e per ''consequens'' le pene saranno maggiori. |
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Qui pone fine al sesto canto, ed entra nel quarto circolo là dove per benintrata trovò Pluto dimonio. |
Qui pone fine al sesto canto, ed entra nel quarto circolo là dove per benintrata trovò Pluto dimonio. |