Pagina:La leggenda di Tristano, 1942 – BEIC 1854980.djvu/370: differenze tra le versioni

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Versione delle 16:14, 25 ott 2021

16 Il re in su la sala si montava: giunse a la camera ove Tristan era e gran sospiri e gran pianto gittava, e figurava il colore a la terra; come io vi dico, ogni uom lo bestemmiava. E quivi avea di cera gran lumera. Giunse a Tristan, salutollo piagnendo; e Tristan lui salutava ridendo. »7 Quando Tristano vidde il re venire, sopra del letto si volle rizzare; ma avie perduto la lena e l’ardire, sicché a seder non si potea levare. In bassa boce parlò pien d’ardire: «alto re Marco, ben possiate stare! la morte mia, ch’avete disiata, a vostra voglia me l’avete data». iS Forte piagnea il re inanzi al barone dicendo: «Figliuol mio, or mi perdona, che io ho fatto tale offensione che ma’non sará lieta mia persona». E mentre che dicea questa ragione, giú per lo viso lagrime gl’abonda; sicché per questo tutta l’altra gente piagner facle sopra a Tristan piacente. 19 Ora dice Tristano: «Non piagnete; anzi vi priego che vui confortiate, e prégovi, alto re, se voi volete, ch’uno ricco gran dono mi facciate: che la reina Ysotta, qual tenete per vostra sposa, per lei mandiate; sicché ella vegga mia vita finire». Disse il re Marco: «Io la farò venire».