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70 brusca — brusio.


Brusca, spazzola da cavalli (Buommattei). Si deriva dall’aat. burst, purst, burstà, brusta, mat. borst, porst, borste, cosa irta, tm. Borste, Bürste, setola, pettine: ags. byrst, anrd. burst, sv. borst, ol. borstel, ing. bristle. Tutte queste voci risalgono, secondo il Kluge, a un got. * baurstus, baursts. Bors è la forma ger. della rad. preger. bhers che mostrasi nell’a. ind. bhrs-ti, “punta, sporgenza” (v. ing. bur dall’ags. burr per burzu), ed a cui si può raffrontare il l. fastigium. Dall’aat. brusta, l’afr. trasse broisse, il fr. brosse, il vall. broueh, sp. broza, prov. brus, mlt. brûstia. L’ing. brush è passato pel tramite francese. La derivazione proposta da taluni delle voci rom. dal l. ruscum, pugnitopo, colla prostesi di un b, è poco probabile per il senso. Deriv.: bruscare, bruscatura.

Brusco1, festuca, pugnitopo, lima a raspa (Passavanti, Ric. Fior., Bellincioni). È il l. ruscum, “fragaria spinosa”, premessovi un b. Il fr. ne trasse brusc. Deriv.: bruschette, bruscolo-oso.

Brusco 2, aspro, lazzo (Dante, Crescenzi). Quest’ agg. col fr. brusque, port. brusco, fu dal Diez derivato dall’aat. bruttiseli, tristo. Ma il Bugge {Romania. III. 851 riporta il fr. all’it., e questo fa venire dal 1. ruàcurn in senso di "tuber aceris intorte crispum "; e per la connessione dell’idee ricorda il t. Knolle = nodo di legno = e = uomo rozzo, ruvido. Il t. br uscii avrebbe a fondamento il rom. brusc. Il Ferrari aveva già proposto il 1.

labruscus, sorta d’uva, coli’ aferesi del la. Il celt. brisc, prato, non si presta a cagione del senso. Lo svizz. ci offre le forme briitsch, brut d’ug. sig.; ma potrebbero avere orig.

it. Deriv.: brusca-mante, bruschezza, bruschino, bruscolino.

Brusio, rumore confuso di più persone, che parlano (neolcg. ). Verosimilmente dall’anrd. brùsa, sv. brusa, dan. bruse, mat. brùsen, bràs, tm. brausen, romoreggiare, mediante il rom. brugir, donde l’it. ant. bruire, fr. bruir, bruii, ing. bruii.