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LIBRO SECOINDO
— 177(J-83.
s)»
dottissimi che ministri o magistrati dilYondevano con
l'esempio
le
paravano
la
dottrine della politica
mente
de' reggitori e
Pagano,
del Filangieri, del
^
mentre
alle
l'
autorità
i*
buone riforme pre-
r animo de' soggetti
,
gli
scritti
del Galanti, del Conforti, le lezioni
(poco innanzi dettate) da Antonio Genovesi, maraviglia d'ingegno le adunanze e per, dottissimo e povero , e le accademie fino il semplice conversare. Perciocché il bene dello stato essendo allora il tema della sapienza comune, l'aura di società circondava chi meglio ne ragionasse. Il discacciamento de' gesuiti diede materia e gara ad ordinare la e di virtù
,
istruzion pubblica il
bene che
essendo impegno e debito del governo superare
discacciati erano creduti fare.
i
maestri di leggere
di
,
scrivere
,
d'
Ogni comunità
salariò
abbaco. In ogni provincia fu
nobili con dodici letture due sole di argoi menti ecclesiastici , dieci di scienze o lettere ; altrettante nelle città maggiori del regno 5 ed altre , ma in minor numero , nelle città più ristrette. Era pubblico l'insegnamento; i professori eletti per pubblico esame. I vescovi solamente direttoli de' seminarli sotto r autorità del re non avevano nella comune istruzione voce o ingerenza; e quando vi s'impacciavano (confidando nella pietà del principe o per memoria degli usi antichi o perchè ardimentosi) erano severamente respinti e biasimali. A denunzia di un vescovo
eretto convitto per
,
,
,
,
,
che sta
non osservavano le regole della fede cattolica fu che T essere solamente cristiano era la condizione richiemaestri delle scuole pubbliche e chiedendo altro vescovo
certi maestri
risposto
per
i
,
che alcune cattedre nella diocesi, fondate (contro le bolle pontificie) senza suo permesso si sopprimessero il re dichiarò inutile il permesso vescovile , colpevole il domandarlo e casse per sempre le bolle che si allegavano a sostegno della temeraria dimanda. L' università degli studii fondata da Federico II , mutata (spesso in peggio) da' re successori, quasi morta nel tempo lunghissimo del viceregno ravvivata da Carlo, ebbe compimento da Ferdinando ,
,
,
,
che vi raccolse tutto l' intelletto di quel secolo. I professori ottennero maggiori stipendii , migliori speranze ; e tolte le cattedre inutili , se ne posero sette nuove che io qui diviserò per mostrare come già il tempo volgeva alle utili instituzioni ; erano, di eloquenza italiana, di arte critica nella storia del regno, di agricoltura di geodesìa
,
di storia naturale
,
di
,
di architettura,
meccanica. L' università ebbe
stanza nel convento che fu de' gesuiti, vastissimo, detto
il
Salvatore
con ivi le accademie di pittura, scultura architettura le biblioteche Farnesiana e Palatina i musei Ercolanese e Farnesiano un museo di storia naturale, un orto botanico, un lav oratorio chimico; un osservatorio astronomico un teatro di anatomia cose tutte o af,
,
,
,
,
fatto
nuove
,
o
dall'
antico migliorate.
Quella biblioteca
e
quel