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LIBRO SECONDO

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1770-83.

Usavano i re di Napoli come è noto per le nostre istorie presentare al papa in ogni anno la chinea (cavallo bianco riccamente bardato) e settemila ducati d'oro. La cerimonia era pomposa, perciocché un ambasciatore nel 29 di giugno, giorno di san Pietro, offeriva quel dono in nome del re al pontefice che negli atrii della ,

,

,

basilica vaticana ricevendolo, diceva

« essere

,

il

censo a

lui

dovuto

per diretto dominio sul regno delle due SiciUe. » In quell'anno, mentre il principe Colonna gran contestabile del regno e ambasciatore del re cavalcava alla basilica , disputazione di precedenza tra i servi deir ambasciatore di Spagna e del governatore di Roma, pro«

dusse nel popolo ivi adunalo moli di calca e romori di voci che l'ambasciatore subilo quietarono. Pure, terminata la cerimonia riferi le popolari turbolenze al re che, per dispaccio del suo ministro, ,•

rispose

Le controversie nimo divoto del re

alla

«

« «

u «

occasione della chinea, hanno

afflitto l'a-

perchè a cagione de' luoghi , del tempo, delle circostanze potevano apportare disgustose conseguenze da turbare la quiete de' due sovrani e de'due stali. E poiché l'esempio ha qua! é il presente dimostralo che un alto di sua mera divozione essere motivo a scandalo ed può a discordie egli chinea della ha deliberato e risoluto che la cerimonia cessi per lo avvenire, e che a queir alto di sua divozione verso i santi apostoli egli adempisca quando glie ne venga desiderio per mezzo del suo agente o ministro. Gli esempii, la ragione, le riflessioni, le cautele, l'u,

,

«

,

,

« <(

« « ((

nianilà

,

la rettitudine

hanno concorso

,

a

muovere

il

regio

animo

« a tale deliberazione , di queir atto dipendendo unicamente la forma « dalla sovrana volontà e dall' impulso di sua pietà , e da religiosa ,,

((

((

compiacenza. Questi sensi di figliale venerazione verso supremo della chiesa sieno comunicati alla corte di Roma. poli 29 di luglio del 1776. » Il

pontefice, dimandala

la

il

capo

Da Na-

rivocazione del foglio, e non ottenuta,

E

sebbene da quel giorno fosse cessalo il vergognoso tributo egli nella festa di san Pietro ne faceva lamentanza e protestazione al governo di NapoH. Anni appresso il re privatamente ofi"erse settemila ducati d' oro senza chinea o cerimonia

protestò in contrario. ,

come dono

di

principe divolo alla chiesa

dichiarò più che mai solennemente

dienza (cosi

la

,

e

il

papa

sue ragioni

,

e

rifiutandoli la

disobbe-

diceva) della corte diNapoU.

XIY. Le buone poli

le

leggi di

narrale dalla fama,

Giuseppe e

commendate

di

Leopoldo a prò

de'

po-

da' sapienti, lodatissime dalla

regina di Napoli sorella di que' principi, stimolando a certa gloria per fin l' animo svagato del re , agevolarono al ministro Tanucci e

ad aUri egregi del lempo l'erto cammino della civiltà. Erano in officio il Palmieri il Caracciolo e de Gennaro e Galliani ed altri .

,

,

,