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LIBRO SECONDO
94
-
1767-G8.
« riconosciamo immediatamente da Dio, unita dalla sua onnipoinseparabilmente alla nostra sovranità, per il governo e <i tenza «regolamento de' nostri sudditi, vogliamo e comandiamo che la « compagnia detta di Gesù sia per sempre abolita ed esclusa perpe-
« Inamente da' nostri regni delle Sicilie. »
Seguivano de' gesuiti
ordinanze per accertare
altre
il
comunque incamerati anderebbero ,
,
popolo che i beni in opere di pietà e
giovamento comune.^ che i debiti di que' frati, le hmosine , i pesi, opere meritorie , sarebbero mantenute che si provvederebbe al mancato servizio delle chiese; e dalle scuole riordinate uscirebbe più vasto e sapiente il pubblico insegnamento. Non fu noto quante ricchezze incamerasse la finanza perchè il governo pose studio a non palesarle ma già que' frati forse intesi e certamente sospettosi di loro sventura, avevano involate molte
le
-,
,
,
cose preziose per valore di materia o eccellenza di arte. Le opinioni su la cacciata de' gesuiti furono varie; apportando mestizia a' balordi ed agli ipocriti, contentezza a' sapienti, incuriosità alle titudini
ne godevano
gli altri frati e cherici
per
mol-
malevolenza
insita
o invidia alle passate fehcità e grandezze de' gesuiti il ministro Tanucci ne fu allegro il re indifferente ma l' animo giovanile si educava alle opere ardimentose verso la Chiesa , e a tener separate -,
,
nella coscienza V umiltà cristiana e l'altezza di re.
Per molti mesi
adempimento
fu dato
alle
promesse
e poi
che
i
ebbero mostrata la fedeltà del governo, comparve altro editto, che ad onore del re qui trascrivo. « Dalle nostre cure paterne dopo « la giusta e necessaria espulsione da' nostri dominii della coma pagnia che dicevasi di Gesù (spiegando noi e commutando, con
'fatti
,
« quella sovrana potestà ((
volontà di coloro
i
che riconosciamo dirittamente da Dio,
quali nel lasciare
loro beni alla
i
la
compagnia
a suddetta; intesero destinarli all'utilità spirituale de' loro concit-
« tadini
,
per mezzo di quelle opere che
« fare) sono nate le pubbliche scuole e (c
la i
medesima professava
collegi gratuiti per
care la gioventù povera nella pietà e nelle lettere
i
di
edu-
conservatorii
per alimentare ed ammaestrare ne' mestieri gli orfani e le orfane « della povera plebe ; i reclusorii per i poveri invalidi o per i validi <c vagabondi, che, toghendosi all'ozio ond' erano gravosi e perni-
«
rendono
« ciosi allo stato
,
« alla società
soUievo
il
si
che facevano
utili con istruirsi delle arti necessarie comunità col rilascio delle annue preespulsi per le scuole; l'ajuto alle genti
alle
ce
stazioni
<(
di
(c
soccorso alle persone oneste e bisognose con
« « fi
campagna con
agli
la divisione de' vasti territorii a piccoli censi le fisse
il
quotidiane
opere pubbliche , fatte o che si van disprime, del culto divino e degli esercizii della religione. Quindi essendosi co' beni della espulsa compagnia abbonlimosine
e le tante altre
ponendo dopo
le